Secondo il Movimento 5 Stelle “è doveroso e opportuno un ragionevole rinvio dell’utilizzazione dei criteri stabiliti” nella direttiva Lotti per il riordino delle agenzie di stampa. La richiesta giunta al presidente del Consiglio in una interrogazione presentata alla Camera porta la firma della deputata grillina Dalila Nesci.
Dato che la direttiva del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Editoria è stata comunicata alle agenzie di stampa solo alla metà dello scorso settembre, viene spiegato nell’interrogazione, e “per evitare possibili e irrevocabili pregiudizi” sarebbe il caso di rinviare la direttiva. Il documento dei 5 Stelle sottolinea l’impossibilità di attrezzarsi in tempo sul piano tecnico e lancia una critica al governo.
I pentastellati, infatti, vedono nella direttiva Lotti un tentativo di “comprime in profondità il pluralismo dell’informazione”. Questo per via del fato che, secondo quanto indicato dalla direttiva, il governo potrà acquistare servizi solo dalle agenzie stampa che soddisferanno determinati criteri:
Lo strumento della direttiva non appare compatibile con il sistema complessivo che regolamenta la materia e i suoi principi fondanti, si legge ancora nell’interrogazione. “In particolare, la direttiva contrasta con il necessario pluralismo dell’informazione, costituente innegabilmente, secondo le intenzione dei Padri costituenti e per la pacifica e uniforme interpretazione del giudice delle leggi, cardine della vita democratica della Repubblica italiana”.
Tuttavia i criteri alla base della direttiva, questa la previsione dei grillini, impediranno “la contrattazione con l’Amministrazione a gran parte delle agenzie avente diffusione a livello nazionale che oggi riforniscono la medesima Amministrazione”. La situazione che si verrebbe a creare potrebbe far sparire parecchi attori dal mercato a danno del “fondamentale interesse al pluralismo”.
Per questo motivo il M5S chiede al Governo “quali iniziative intenda assumere per impedire la modificazione, applicata la suddetta direttiva, degli equilibri informativi del Paese, in netto contrasto con il principio del pluralismo che distingue ogni matura democrazia; se non si ritenga opportuno e urgente verificare se lo strumento utilizzato della direttiva sia di per sé privo di quei caratteri di ponderazione e democraticità propri della legge”. Anche perché, al di là delle opinioni politiche, la direttiva è stata comunicata solo a metà settembre e per molti soggetti sarà davvero difficile adeguarsi ad essa entro l’inizio del nuovo anno.
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