Agenzia Dire, il comitato di redazione chiede ufficialmente la revoca dei licenziamenti disposti dall’azienda. In una nota, dopo l’audizione alla Commissione Cultura alla Camera dei Deputati, i giornalisti di Dire esprimono, dopo averlo fatto davanti ai deputati, il loro punto di vista sulla vicenda dei licenziamenti: “Riteniamo che si sia trattato di un momento di confronto importante, che ha permesso di far emergere con forza e chiarezza le difficoltà che ormai da più di due anni stanno affrontando i lavoratori della Dire, che dopo 23 mesi di ammortizzatori sociali e pesanti sacrifici economici hanno visto l’azienda proseguire nell’attuazione del piano esuberi, disponendo il licenziamento di 14 redattori. Ai tali tagli si è aggiunta la decisione, notificata con una email alle 22 della sera del 31 dicembre, di sospendere con effetto immediato e sospensione dello stipendio 17 redattori sulla sola sede centrale di Roma. Azioni che il Cdr giudica improvvide e illegittime, in particolare quest’ultima, che non trova fondamento giuridico né precedenti”.
Ma non basta, il cdr di Dire aggiunge: “Apprendiamo invece con rammarico la decisione dell’azienda di annullare l’incontro di domani con il Cdr e i sindacati, per impegni improvvisi dell’editore. Ci auguriamo che tale incontro sia riprogrammato il prima possibile. Stamani, in audizione, abbiamo appreso la decisione comunicata dall’editore di non procedere ancora con l’impugnazione, presso le sedi competenti, del fermo amministrativo imposto dal Miur sui conti della Com.e, l’azienda editrice della Dire, in relazione alla vicenda giudiziaria che investe la precedente proprietà. Chiediamo all’azienda di illustrare le ragioni di tale scelta”. E quindi si rivolgono all’editore: “Poi, come ha dichiarato Stefano Valore ancora stamani in commissione, la notifica di tale fermo sarebbe stata comunicata il 5 dicembre, quindi, al momento di firmare accordi di uscita volontaria e licenziamenti, l’azienda era presumibilmente a conoscenza di questa possibilità. Nonostante ciò non ha informato né il Cdr né i sindacati. Ci auguriamo altresì di avere informazioni tempestive circa le prime risultanze del ricorso urgente che Valore oggi ha spiegato sia stato depositato presso il tribunale civile di Roma, sul quale è attesa la convocazione del giudice. Torniamo a chiedere un flusso di informazioni costanti, da parte dell’azienda, anche sull’imminente ricorso al Tar che è stato annunciato oggi”.
Il braccio di ferro, non solo sui licenziamenti a Dire, è ancora in corso: “L’editore tra le altre cose – prosegue la nota del cdr della Dire- ha accennato ai reintegri fatti dall’azienda e a questo proposito chiediamo di avere notizie dettagliate anche sul numero complessivo di giornalisti con contratto di tipo Articolo 1 a tempo pieno e indeterminato rispetto ai requisiti richiesti dal decreto del Dipartimento per l’editoria, devono ammontare ad almeno 50. Ricordiamo che è stato proprio il CdR, nei giorni immediatamente successivi ai licenziamenti, a segnalare all’azienda che il numero era drammaticamente sceso al di sotto di tale requisito”. Quindi le richieste: “Torniamo a chiedere con forza che le sospensioni del 31 dicembre vengano immediatamente ritirate: si tratta di un provvedimento che, lo ribadiamo, non ha alcun fondamento giuridico, e che mette a rischio la sostenibilità lavorativa della sede centrale di Roma. Grava inoltre in maniera ingiusta e inspiegabile sulle 17 persone interessate. Sono passati 16 giorni da quando l’editore, informando il CdR tre ore prima dell’invio della mail ai colleghi per informarli della sospensione, ha espresso l’auspicio che durassero pochi giorni. Cosa aspetta a far decadere questa misura incomprensibile? I colleghi, lo ricordiamo, stanno continuando a lavorare e a garantire i notiziari come tutti gli altri”.
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