Agenda digitale. Via libera al decreto scavi

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digital divideL’Agenda digitale entra nel vivo. La Conferenza Unificata ha approvato il decreto scavi che prevede notevoli semplificazioni per la posa della fibra ottica. Un provvedimento fortemente voluto dal Ministero dello sviluppo Economico poiché centrale per la realizzazione degli obiettivi dell’Agenda digitale europea. “Senza la nuova tecnologia – dice il Vice Ministro al Mise Antonio Catricalà – l’Italia non può sviluppare la propria economia digitale, non possono essere erogati i servizi della pubblica amministrazione e le nostre imprese saranno escluse dalla competizione internazionale che oggi si gioca in rete”.  La Commissione Europea ha stimato 270 miliardi di euro per l’attuazione dell’agenda digitale, all’interno della quale l’implementazione delle infrastrutture digitali costituisce il costo maggiore. Solo in Italia, per la realizzazione di reti a banda ultralarga da 30 a 100 mbps è stato stimato un esborso che va da 7 a 15 miliardi di euro a seconda della tecnologia utilizzata. Il 70 per cento dei costi si riferisce agli investimenti per la realizzazione degli scavi. Numeri che spiegano la necessità di favorire l’installazione delle infrastrutture digitali anche attraverso metodologie di scavo a limitato impatto ambientale, nel rispetto di quanto previsto dal Codice delle Comunicazioni elettroniche, dal comma 3 dell’articolo 231 del Codice della Strada, nonché dalla delibera n. 622/11/CONS dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni.  Il decreto è diviso in sezioni a seconda della tecnologia utilizzata (minitrincea, perforazione orizzontale e scavo tradizionale) e in base all’infrastruttura stradale: urbana, extraurbana e autostrade. Per salvaguardare la sicurezza delle strade, le infrastrutture digitali dovranno essere installate prioritariamente all’esterno della carreggiata, in posizione tale da non inficiare il corretto funzionamento dei dispositivi di ritenuta eventualmente presenti e  salvaguardare tutte le altre opere strutturali. Nel caso di impossibilità tecnica nell’utilizzo del marciapiede e della banchina è consentito lo scavo in carreggiata, che dovrà essere realizzato il più vicino possibile al margine. L’estetica della strada è salvaguardata visto che le modalità di ripristino dovranno essere fatte con i medesimi materiali. “Sono molto soddisfatto del risultato ottenuto- afferma ancora Catricalà -Il decreto è all’avanguardia non solo perché chiarisce la normativa in materia, ma anche perché ridurrà complessivamente i disagi alla circolazione stradale. Con questo provvedimento la programmazione dei lavori di installazione sarà massima con l’Ente gestore della strada. Il prossimo passo sarà il catasto delle infrastrutture del sottosuolo”.

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