Agenda digitale. Letta accelera e punta ad un mercato unico

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Enrico Letta
Enrico Letta

L’Agenda Digitale è tornata per un giorno al centro del dibattito politico. La seconda edizione dell’Italian Digital Agenda Forum ha visto l’intervento di Enrico Letta. Il tema caldo è la creazione di un mercato unico europeo, e sarà affrontato nel prossimo Consiglio che riunirà i capi di Stato. Letta ha ricordato che la prossima scadenza dei più importanti organi comunitari conferisce una particolare importanza alla riunione di giovedì e venerdì.   Sul fronte interno il presidente del Consiglio ha fatto capire che la priorità è l’alfabetizzazione digitale. L’obiettivo del Governo è la dotazione di connessioni wireless in tutti gli edifici scolastici. Al momento però continuano a mancare le risorse per rendere effettivi questi cambiamenti.  La recente legge di stabilità prevede il completamento del piano nazionale per la banda larga, ma c’è ben poco aldilà dei proclami.  Facendo eco al Commissario europeo Neelie Krooes, Letta ha parlato anche della possibilità di creare milioni di posti di lavoro con la digitalizzazione della pubblica amministrazione. E’ questo un tema particolarmente caro a Mr Agenda Digitale, Francesco Caio, che ha ribadito quanto sia necessario snellire i tempi della burocrazia. Riguardo all’identità digitale, Caio si augura per inizio 2014 di avere un sistema in grado di coordinare tutti i software della PA. Come stimato da molti esperti del settore, la frammentarietà delle amministrazioni è una delle principali cause dell’inefficienza informatica della macchina statale.  L’altro cavallo di battaglia è l’anagrafe dei residenti, sulla quale stanno lavorando il Ministero dell’Interno e soggetti esterni come l’Istat e l’Anci.  Infine, in merito alla fatturazione elettronica Caio ha fissato il 30 giugno 2014 come termine ultimo per consentire alle amministrazioni statali di ricevere le fatture dai proprio fornitori. Occorre però che l’Agenzia per il Digitale, che dovrebbe essere al centro delle operazioni, si doti di uno statuto. Per Caio potrebbe entrare in vigore entro fine anno. Al convegno era presente anche la stessa Neelie Krooes, che ha esortato l’Italia a prendere sul serio il tema della digitalizzazione. +1,5% di crescita e moltiplicazione dei posti di lavoro, questi i benefici della ricetta Krooes. Il Commissario UE ha strigliato il nostro paese, reo di non aver sfruttato al meglio i fondi strutturali concessi negli ultimi sette anni dall’Europa.   La Krooes ha avuto un colloquio con Antonio Catricalà, che non ha potuto fare altro che rinnovare l’approvazione del nostro paese in merito alla creazione di un mercato unico per le telecomunicazioni. Il viceministro per lo Sviluppo Economico ha ricordato che l’Italia assumerà la presidenza dell’Unione Europea nel secondo semestre del 2014, lasciando intravedere grandi cambiamenti all’orizzonte. Ma mancano ancora nove mesi e, nel frattempo, ci sono decreti attuativi che giacciono dimenticati.    Stefano Parisi, leader di Confindustria Digitale, suggerisce un approccio più aggressivo alla materia. L’idea sarebbe quella di creare un digital compact, ovvero un vincolo esterno che obblighi il Governo ad adottare entro un termine stabilito le procedure necessarie per modernizzare il paese.  Intanto i dati sullo sviluppo della banda larga sono sempre più sconfortanti. Il 53% degli italiani usa Internet, contro il 70% della media generale europea. Solo il 14% delle case è coperto da fibra ottica.    Il 4% delle aziende effettua transazioni elettroniche, mentre in Europa si arriva almeno al 20%.  Come fatto notare dalla Cia (Confederazione Italiana Agricoltori), il divario si allarga tra campagna e città. Nelle zone rurali solo il 17% degli italiani può contare su connessioni rapide e stabili. Un grosso gap è presente anche tra le zone del BelPaese.  Nel Settentrione il 10,7% delle aziende agricole sono informatizzate, mentre  al Sud la percentuale ammonta solo all’1,3%.

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