Come cambia il consumo di informazione con Internet? Gli italiani hanno un generale interesse per l’informazione. La televisione continua ad essere il mezzo più utilizzato. I social media contribuiscono a moltiplicare la diffusione delle news, risultando indispensabili per i siti delle testate
La relazione di fine aprile in cui l’Agcom ha analizzato il rapporto tra la professione giornalistica e le nuove tecnologie fornisce spunti sulle dinamiche attuali del settore. La scelta del mezzo da utilizzare per il consumo di informazione è strettamente dipendente da numerosi fattori di natura socio-economica, culturale e tecnologica. I dati raccolti dall’Agcom evidenziano un generale interesse degli italiani per l’informazione. Il 69% di essi dichiara di accedere alle notizie più di una volta al giorno. La connettività assicurata dai dispositivi mobili ha contribuito all’aumento della percentuale dei cosiddetti “news lovers”. Gli andamenti del consumo quotidiano di informazione risentono delle differenze che caratterizzano le diverse fasce di età. L’alta domanda di notizie può portare l’editore a fornire una quantità di eccesso in informazione a discapito della qualità della stessa. Ci si riferisce alle funny, bizarre, strange e fake news. Rientrano nella categoria anche le bad news, che sfruttano la tendenza del consumatore ad attribuire maggiore valore agli aspetti negativi di una notizia. L’Italia, al netto delle differenze di genere, ha una spiccata preferenza per le notizie di tipo politico e una sorprendente predilezione per quelle di arte e cultura. La televisione resta il mezzo preferito con cui informarsi. Il web si piazza ancora al secondo posto. In relazione all’online il pc resta il mezzo più utilizzato, ma sarà presto superato dai dispositivi mobili, sempre più in voga soprattutto tra i giovani. La rapida diffusione degli smartphone ha costretto gli editori a proporre piattaforme specifiche per rimanere al passo con l’offerta nel mercato. La ricerca di informazioni avviene perlopiù mediante l’utilizzo dei motori di ricerca, che pertanto si configurano come strumenti indispensabili per lo smistamento verso i siti delle testate. I social media, invece, contribuiscono a moltiplicare la diffusione delle notizie, generando il cosiddetto “effetto virale”. Si vengono, perciò, a creare delle differenze anche in merito al tipo di prodotto offerto ai consumatori, ben diverso dalla news modellata sull’articolo giornalistico tradizionale. Inoltre i social possono portare l’utente ad essere qualcosa di più del soggetto che riceve passivamente la notizia. Molto spesso i consumatori contribuiscono attivamente alla realizzazione della notizia. Gli editori sono incoraggiati dai consumatori a proporre modelli di business di tipo premium. La metà degli italiani ha sottoscritto un abbonamento per la fornitura di news digitali e un quarto di essi sarebbe disponibile a farlo.