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Per l’Agcom non ci sono piattaforme emergenti nel mercato audiovisivo

A seguito di attenta istruttoria l’Agcom ha ritenuto che non sussistono piattaforme emergenti nel panorama dell’offerta di contenuti audiovisivi. L’analisi è rilevante per la commercializzazione dei diritti audiovisivi sportivi

Con la delibera 584/15, pubblicata il 16 ottobre sul suo sito internet, l’Agcom ha constatato che non sussistono piattaforme emergenti nel panorama dell’offerta di contenuti audiovisivi. L’Autorità aveva avviato ad inizio anno l’istruttoria per l’individuazione delle piattaforme, durata tre mesi. La disciplina specifica per le piattaforme emergenti è stabilita dal decreto legislativo 9/2008. Perché questa valutazione è importante? Al fine di creare condizioni di competitività nell’acquisizione dei diritti audiovisivi, il decreto prevede per le piattaforme emergenti condizioni più vantaggiose rispetto alle altre piattaforme. Pertanto le offerte avvengono su base non esclusiva e la commercializzazione dei diritti deve avvenire per singola piattaforma.
L’Autorità definisce una piattaforma come un “sistema di distribuzione” di un prodotto audiovisivo su una rete di comunicazione elettronica. I criteri tecnologici in base a cui l’Agcom definisce una piattaforma come emergente sono: la data della definizione dello standard relativo alla tecnologia su cui si basa la piattaforma; il grado di maturità della tecnologia; l’evoluzione di reti, infrastrutture e terminali riceventi. Ma l’Autorità è tenuta anche ad approntare una valutazione di tipo economico. In questo caso gli elementi da analizzare sono: le caratteristiche dell’offerta, l’anno di lancio, il livello di diffusione della piattaforma, i ricavi della stessa.
L’analisi dell’Agcom comincia dal digitale terrestre. In ragione del fatto che lo switch-off, procedura con cui si è effettuata la transizione dal segnale analogico a quello digitale, sia avvenuto ormai tre anni fa la tecnologia DVB-T è ritenuta consolidata. Dal punto di vista economico la rapida crescita dei ricavi ha portato la piattaforma digitale ad una dimensione di piena “Maturità”. Valutazioni similari vengono fatte per la piattaforma satellitare. Il DVB-S ha raggiunto un elevato grado di maturità a livello mondiale. In Italia la televisione satellitare si è diffusa a macchia d’olio. Pertanto non rientra nell’ambito delle piattaforme emergenti. In seguito l’Agcom ha analizzato le IP Tv, termine in cui si racchiudono Web Tv, Ip Tv e servizi media via Internet. Per l’IP Tv non esiste uno standard aperto, dal momento che sono gli operatori tlc a fornire la connessione. Le valutazioni dell’Autorità sono contraddittorie. Il declino di Ip Tv e Web Tv è certificato da dati economici rilevanti, ma è la stessa Agcom a ritenere i servizi media via Internet, Netflix ne è un esempio, un mercato in espansione. Tuttavia, tirando le fila, l’Autorità giudica mature dal punto di vista economico tutte le piattaforme prese in considerazione. Forse era opportuna un’analisi separata dei nuovi servizi media in rete. Vengono giudicate mature anche le tecnologie wireless per le reti mobili. La continua crescita dei ricavi evidenzia il grado di penetrazione significativo raggiunto nel mercato. Ulteriori sviluppi non sono più legati alle tecnologie trasmissive, ma all’evoluzione delle infrastrutture di rete. Infine lo standard DVB-H, relativo alla piattaforma digitale terrestre in mobilità, è ritenuto ormai “in declino”. Nessun operatore utilizza oggi questa piattaforma. Si ritorna alla valutazione iniziale: non esistono piattaforme emergenti sul mercato. Del resto stesso esito aveva avuto l’ultima delibera (630/12) finalizzata all’individuazione delle medesime.

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