La relazione di fine aprile in cui l’Agcom ha analizzato il rapporto tra la professione giornalistica e le nuove tecnologie fornisce spunti sulle dinamiche attuali del settore. Con uno specifico strumento, l’Osservatorio sul Giornalismo, l’Autorità ha svolto un’indagine diretta sull’evoluzione della professione. L’Osservatorio, essendo stato aperto a tutte le categorie di giornalisti, riflette con veridicità la situazione del settore. Tra le attività dei giornalisti ha un ruolo preponderante, come prevedibile, la redazione di articoli. Dalla ricerca risulta anche che altre attività sono propedeutiche ad essa. L’avvento di Internet è stato causa di ulteriori ramificazioni del lavoro giornalistico. Lo sviluppo di web content è l’attività più diffusa tra i reporter digitali, mentre ha ancora uno scarso rilievo l’Infografic/Data Journalism. Trattasi di collezione, analisi di dati e preparazione di materiale di informazione digitale allo scopo di una pubblicazione giornalistica a cui spesso viene associata la messa a disposizione dei data set originali. Dall’analisi emerge poi una carenza di specializzazione da parte dei giornalisti. Materie come la scienza e l’economia sono trattate perlopiù da reporter non in possesso di un bagaglio di competenze tecniche specifiche. All’opposto si riscontra una maggiore competenza per quanto riguarda temi come la politica e la cronaca. La polverizzazione dell’offerta, dovuta alle innovazioni digitali, contribuisce alla diffusione di notizie poco precise o addirittura inesatte.
Nessuna sorpresa per quanto riguarda il rapporto tra età e utilizzo dei nuovi strumenti tecnologici. Sono le nuove generazioni ad avere più dimestichezza con smartphone e tablet. In relazione ai più anziani va notato che si stanno abituando ad utilizzare i motori di ricerca, ma continuano ad essere restii nei confronti dei social network. Questi ultimi sono fonte imprescindibile di notizie per più della metà dei giornalisti attivi. Sono utilizzati anche per migliorare le interazioni col pubblico. In generale le fonti legate ad Internet hanno soppiantato i media tradizionali. Continuano ad avere importanza solo le fonti dirette personali o all’interno della redazione. La veloce diffusione di news genera, però, problemi legati alla attendibilità delle stesse. Una larga parte dei giornalisti attivi ritiene inadeguata l’attività di verifica delle informazioni. C’è perciò il rischio che ad un aumento in termini quantitativi della produzione corrisponda un brusco calo qualitativo. Importanti valutazioni vanno fatte anche in riferimento alla retribuzione. L’incertezza delle condizioni di lavoro si riverbera sulla qualità dell’attività giornalistica. Non a caso l’autonomia è la più grande esigenza dei reporter, superiore alla garanzia di tutela per la responsabilità professionale.
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