“Nel 2018, il Sistema Integrato delle Comunicazioni (SIC) vale 18,4 miliardi di euro (l’1,04% del Pil)”. Lo ha reso noto oggi l’Agcom. Lo studio dell’autorità delle Comunicazioni ha spiegato che: “L’area radiotelevisiva conferma il proprio primato per incidenza sul totale (49%), seguita dal comparto editoriale dei quotidiani, periodici, agenzie di stampa e annuari (21%).Sempre maggiore rilevanza nella composizione del SIC assume l’area economica che include l’editoria elettronica e la pubblicità online, che nel 2018 raggiunge il 18%. Si ferma al di sotto del 4% il peso sul totale del settore cinematografico, mentre la pubblicità esterna e il “belowthe line” incidono sul SIC rispettivamente per il 2% e il 6%”. Ma non è tutto perché, come ha fatto sapere l’authority, “sulla base delle informazioni raccolte, Agcom ha determinato la distribuzione delle quote dei principali soggetti presenti nel SIC, da cui si rileva come nessuno di essi abbia realizzato nel 2018 ricavi superiori al limite del 20% previsto dall’art. 43, comma 9, del Testo Unico dei Servizi di Media Audiovisivi e Radiofonici (TUSMAR). A tale riguardo, si evidenzia che i primi dieci gruppi operanti nel Sistema Integrato delle Comunicazioni rappresentano congiuntamente – con quasi 11,5 miliardi di euro – il 62% delle risorse complessive”. Ecco i top player del settore: “Le quote più rilevanti sono detenute da Comcast Corporation/Sky(15,7%), Fininvest (13,4%) e RAI Radiotelevisione Italiana (13,2%). Seguono Alphabet/Google, Cairo Communication, Facebook, GEDI Gruppo Editoriale, Italiaonline, Discovery e Netflix”.
Marina Pisacane