Secondo l’Agcom il Sistema integrato comunicazioni (Sic) nel 2011 ha totalizzato ricavi complessivi per 20 miliardi: in calo del 3,7% rispetto ai 21 miliardi totalizzati nel 2010.
I dati – spiega una nota dell’agenzia stampa Il Sole 24 Ore Radiocor – sono stati comunicati oggi dal presidente dell’Autorità, Angelo Cardani, nel corso di un convegno all’Antitrust. L’andamento negativo, nota la delibera dell’Autorità, è “ancora più marcato di quello fatto registrare nel 2011 dall’intera economia nazionale”.
L’area radiotelevisiva rappresenta il 47,8% del totale (a fronte del 46,4% dell’anno precedente) pari a circa 9,7 miliardi di euro; la stampa, quotidiana e periodica, con 6,2 miliardi di ricavi, rappresenta il 30,7% a fronte del 30,3% dello scorso risultato. I ricavi dei media tradizionali su Internet (vale a dire l’editoria e i media audiovisivi e radiofonici on line) hanno raggiunto, nel 2012, 846 milioni di euro. Dalla rilevazione dell’anno prossimo sui dati 2012, come ha annunciato lo stesso Cardani, Internet entrerà a far parte della valutazione del Sic da parte dell’Autorità”. L’Agcom, cioé, dovrà considerare, oltre alle aree economiche già conteggiate, anche tutte le altre forme pubblicitarie su Internet (search, social network, mobile).
“Dal prossimo anno – ha spiegato Cardani – avremmo la prima fotografia completa delle risorse economiche del settore comunicazioni compreso Google”.
Quanto ai principali operatori all’interno del Sic si nota che nel 2011 i primi sei gruppi (Fininvest, Rai, News Corporation, L’Espresso, Rcs e Seat Pagine Gialle) rappresentano assieme, con 11 miliardi di euro, più del 50% del totale.
Fininvest si conferma il primo gruppo con una quota del 16,57% (16,04% nel 2010). Seguono la Rai con il 13,53% (13,22% nel 2010); News Corporation (cioé Sky Italia più Fox international channels Italy) con il 13,27% (12,93% nel 2010).
Nel 2011, prosegue l’Agcom, la televisione gratuita ha realizzato 5,512 miliardi di euro di introiti riconducibili al Sic, corrispondenti al 61,2% dell’area televisiva, di cui 1,606 miliardi derivanti dal finanziamento del servizio pubblico (cioé il canone per le reti Rai), 3,793 miliardi dalla raccolta pubblicitaria (nel cui valore sono ricomprese anche le televendite e le sponsorizzazioni) e 113 milioni di euro da convenzioni e contributi da parte di soggetti pubblici.
La televisione a pagamento, che rappresenta il 38,8% dell’area televisiva, ha totalizzato ricavi complessivi pari a 3,490 miliardi, di cui quelli da abbonamento (pay tv) e da servizi pay per view rappresentano la parte più consistente (3,050 miliardi), mentre il fatturato derivante dalla raccolta pubblicitaria è pari a 427 milioni di euro.
Nel 2011 il settore editoriale tradizionale (ossia cartaceo e off line) non ha raggiunto i sette miliardi di euro di ricavi complessivi. Si è registrata una contrazione dell’area economica tradizionale che, da un valore di 6,991 miliardi nel 2010, scende a 6,595 miliardi con una riduzione dei ricavi complessivi da attività classica pari al 5,7%, che coinvolge quasi tutti i comparti interessati, ad eccezione delle agenzie di stampa, che registrano un lieve ma significativo aumento (+3,2%).
Tornando ai principali operatori del Sic, il gruppo Editoriale L’Espresso ha totalizzato nel 2011 il 4,26% del totale dei ricavi, il gruppo RCS Mediagroup il 4% mentre Seat Pagine Gialle il 3,3%. La rimanente quota del Sic, pari al 45,07%, per l’anno 2011 è riconducibile a tutti gli altri operatori. Confrontando questi dati con l’andamento del 2010 si nota che i principali gruppi registrano un lieve aumento delle proprie quote. Ciò è dovuto al fatto che, in una situazione di crisi come quella registrata nel 2011, i principali gruppi, ed in particolare quelli televisivi (Mediaset, RAI e News Corporation), sono riusciti a contenere le perdite più del resto del mercato.
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