E’ battaglia tra Napoli e Roma per la sede principale dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni. Fisac/Cgil, Fiba/Cisl e Uilca/Uil, in collaborazione con l’Assessorato di Napoli, hanno indetto per oggi 4 ore di sciopero, al quale aderiranno i dipendenti napoletani. Alle 15 si terrà presso Palazzo San Giacomo un convegno avente ad oggetto il ruolo dell’Agcom a Napoli. Si protesta contro il ridimensionamento della sede partenopea, ormai secondaria rispetto agli uffici di Roma. Eppure la questione dovrebbe essere di facile risoluzione. Il Parlamento è intervenuto, con la legge 114/2014, per confermare la maggiore importanza della sede napoletana. Nello specifico ha disposto la concentrazione di funzioni e personale (70%) nelle sedi principali delle varie Autorità. Di fatto però il Consiglio Agcom sembra non aver recepito le indicazioni legislative. La maggiore attività del Garante continua a svolgersi nei palazzi romani. La traslazione dell’Agcom non è un tema balzato oggi agli onori delle cronache. Le ragioni di uno spostamento a Roma sono sempre state individuate nella maggiore vicinanza con il circuito politico e le attività parlamentari. Argomentazioni deboli, se si pensa che l’Agcom dovrebbe essere un’Autorità indipendente, condizionata il meno possibile dalla politica. E francamente la vicinanza fisica tra le istituzioni è un concetto ormai superato. Quella di Agcom è l’unica sede di una certa importanza presente a Napoli. I suoi rapporti con aziende di telecomunicazioni e informatica sono indispensabili per lo sviluppo della ricerca tecnologica nella città. Mettere in secondo piano la sede di Napoli significherebbe provocare la fuga di imprese all’avanguardia e creare, pertanto, danni economici e culturali al capoluogo campano. Per non parlare delle conseguenze sul versante occupazionale. Chiedere ai 130 dipendenti della sede partenopea. C’è poi da rilevare che un black-out dell’Autorità a Napoli non gioverebbe neanche alla conclamata spending review. Nei fatti i contributi per il sostentamento della stessa sono a carico degli operatori del settore, non comportando oneri per le casse dello Stato. Negli scorsi mesi, peraltro, dalla sede napoletana hanno manifestato l’intenzione di razionalizzare le spese immobiliari.
Giannandrea Contieri
Ricordiamo che entro il prossimo 31 gennaio 2025, le imprese editrici di testate che accedono…
Il Garante per la privacy sanziona ChatGpt: per Sam Altman e la sua Open Ai…
La notizia è passata, come spesso accade, quasi in sottofondo. In Italia Google è il…
Usigrai torna ad alzare la voce e lo fa sul piano di incentivazione all’esodo promosso…
Il gruppo Visibilia passa di mano: lo ha annunciato Il Giornale, ieri sera, nell’edizione online…
La voce ricavi di Google “vale” tre volte quella di Rcs-Cairo Communications, cinque volte Gedi.…