Saltano i termini per l’ex beauty contest. Per certi versi non c’è dubbio che si tratti di un rinvio, uno slittamento di quasi due mesi nella decisione che dovrebbe vedere assegnate, questa volta a pagamento, le frequenze televisive e che sarebbe dovuta arrivare oggi. Per altri versi, molto più pragmatici, è in realtà una boccata d’ossigeno soprattutto per chi si troverà a dovere prendere posizione su uno dei tormentoni politici più bollenti degli ultimi anni.
La nuova Agcom di Angelo Cardani, seppure silenziosamente, ringrazierà.
Secondo le indicazioni contenute nel decreto fiscale, convertito nella legge 44 del 26 aprile scorso, pubblicata sulla Gazzetta ufficiale del 28 aprile, la gara per le frequenze televisive, che ha sostituito il beauty contest indetto dall’ex governo Berlusconi, avrebbe dovuto svolgersi entro 120 giorni, ovvero entro oggi 28 agosto. Tuttavia la gara a titolo oneroso si deve basare su un regolamento che spetta all’Autorità per le garanzie nella comunicazione, sentita peraltro anche la Commissione europea visto che a Bruxelles pende anche un procedimento sul dossier.
Ma, visto l’insediamento a luglio di Cardani e dei nuovi commissari Agcom è stato convenuto di fare partire i 120 giorni dall’insediamento stesso. Le motivazioni sono evidenti: l’Agcom, con tutti i suoi equilibri politici rappresentati dai 4 commissari che sono di nomina parlamentare, sarà giudicata proprio da questa prima decisione.
Gli uffici del ministero dello Sviluppo economico, cui spetta di bandire la gara, sarebbero comunque in contatto con quelli dell’Agcom che si riunirà, dopo la pausa estiva, il prossimo martedì. E’ improbabile che martedì si possa arrivare a una qualunque delibera visto che sarà una riunione operativa per inquadrare l’agenda autunnale, anche se è indubbio che si parlerà del dossier oltre che dell’altra spinosa questione della banda ultralarga in Italia.
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