“L’universo della comunicazione digitale ha bisogno ora più che mai di regole. Dobbiamo
rivendicare una nuova forza regolamentare nei confronti dei social network”. Lo ha detto il
Commissario dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, intervenuto oggi, presso la
nuova aula dei gruppi parlamentari della Camera dei Deputati, al convegno “Dove non arriva
la privacy. Come creare una cultura della riservatezza” cui ha preso parte tra gli altri anche
la Vice-Presidente dell’Autorità per la protezione dei dati personali, Augusta Iannini.
“Osservando i dati di ricerca sui social – ha aggiunto Morcellini – si evidenzia che, per la
gran parte degli utenti, è ampiamente diffusa la convinzione che le cattive notizie siano
quelle vere. Di contro, le buone notizie non fanno notizia. I titoli delle notizie, spingono
l’utente ad un irrefrenabile istinto, ‘all you can eat’, di condivisione a quanti più post possibili”.
Per il Commissario Agcom, “l’utente oggi naviga non più nell’infinito oceano della rete ma in
uno, due, tre mari appena che sono i social. Non sente più l’esigenza di uscire alla scoperta
di mondi nuovi. Qualcosa, però, a partire dallo scandalo Cambridge analytic sta cambiando.
È giunto il momento di investire nuovamente sull’informazione di qualità”. Per arginare gli
eccessi della comunicazione e dei social, ha detto ancora Morcellini, “occorre stressare
questo risveglio che si sta diffondendo (o almeno affacciando) tra gli utenti della rete nei
confronti dell’informazione, investendo in un nuovo rapporto di fiducia, ossia nella qualità e
nella professionalità dell’informazione prodotta”.
La giornata di riflessione è stata voluta dalla giornalista, Eugenia Romanelli, in stretta
collaborazione con Armando Ceccarelli, Presidente dell’Istituto di Psicologia Forense di
Firenze.