L’Agcom ha individuato qualche timido segnale di ripresa nel mercato della raccolta pubblicitaria dell’editoria. In ripresa la pubblicità, su ogni piattaforma, anche se a far la parte del leone rimangono gli over the top. I dati dell’authority restituiscono il quadro di un rialzo della raccolta pubblicitaria che per la televisione in chiaro sale di 4,1 punti percentuali che si traducono in una somma che sfiora gli otto miliardi, per la precisione 7,9 miliardi di euro. Ma non è tutto.
Perché, per l’Agcom, se è vero che si riducono le entrate “derivanti da abbonamenti su satellite e digitale terrestre ha coinciso con il rafforzamento delle quote di ricavi realizzati dalle piattaforme online attive nell’offerta di contenuti audiovisivi e la corrispondente riduzione del livello di concentrazione della tv a pagamento”. Bene, anzi benissimo anche la radio. L’authority ha riferito che “nel settore radiofonico si è registrata, nell’ultimo anno, una crescita degli ascolti complessivi (pari al 2,3 per cento), in controtendenza rispetto alla flessione registrata nel 2020”.
Un’altra spinta alla radio è arrivata dal fatto che, recuperando la mobilità, gli italiani hanno “ripristinato le abitudini di ascolto prevalentemente fuori casa (+10,2%) e i ricavi generati dall’attività radiofonica sono passati da 551 a 613 milioni di euro, con un incremento dell’11,4% rispetto all’anno precedente”. Quindi arriviamo ai dati relativi ai quotidiani. Che per l’Agcom sono comunque positivi almeno su quanti riguarda la raccolta pubblicitaria. Per il presidente Lasorella: “Anche l’editoria quotidiana ha goduto nel 2021 dell’incremento dei ricavi derivanti dalla raccolta pubblicitaria. Il raffronto dei dati con il precedente esercizio fa segnare una significativa crescita (pari all’11,3 per cento), pur tuttavia confermandosi l’andamento negativo della vendita delle copie cartacee (con una flessione, rispetto al 2020, dell’8,9 per cento)”.
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