Agcom: dal 2017 i giornali perdono un terzo delle copie

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Piove sul bagnato per l’editoria, l’Agcom fotografa un ulteriore calo delle vendite per i giornali cartacei. I dati sembrano impietosi: i quotidiani vendono il 6,5 per cento in meno delle copie rispetto all’anno precedente. Numeri che sembrerebbero contenuti, se non fossimo da un paio d’anni immersi nella crisi drammatica scatenata dalla pandemia Covid. Rispetto al 2017, infatti, la flessione diventa un crollo verticale stimato, dall’Agcom, nel 31,2%. Un terzo delle copie in meno, un tracollo che rischia di mettere in discussione il futuro dell’editoria nazionale.

Peggio di tutti, i giornali locali. Le cui vendite diminuiscono, dal 2020 al 2021, del 6,7 per cento rispetto al 6,3 dei quotidiani a tiratura nazionale. Crescono, però, le copie digitali. Ma il gap resta ampio e il dramma vero del settore riguarda la questione relativa all’emorragia dei giornali cartacei che sempre meno riescono a essere rimpiazzati dalla vendite in digitale. In tutto, le copie digitali vendute sono circa 200mila, senza chissà quali variazioni apprezzabili dal 2020 al 2021 e con aumenti apprezzabili se il raffronto si fa con i dati relativi al 2017. A fare la parte del leone nell’ambito del digitale sono i grandi giornali generalisti che, pur registrando “perdite” sul fronte cartaceo addirittura superiore già alla media scarna della stampa, riescono a compensare parzialmente con l’aumento delle copie digitali. Stimato, per questo segmento di mercato, nel 17,5% su base annua e nel 33,8 per cento con raffronto al 2017.

Per quanto riguarda la carta, per Agcom reggono i giornali sportivi. Grazie (anche) al traino del trionfo della nazionale di calcio agli Europei estivi. Il calo è contenuto appena al 2,4 per cento. Eppure il dato di fondo rimane drammatico: rispetto al 2017, i quotidiani sportivi vendono il 33,8 % delle copie in meno. Ad aggravare la situazione, il fatto che il digitale non riesce a coprire minimamente le perdite. E, anzi, rappresenta un dato “marginale” nel computo delle copie vendute.

Dal punto di vista “quantitativo”, il primo gruppo editoriale italiano è Gedi con il 21,7% del mercato. Seguito dal gruppo Cairo/Rcs che detiene il 16,6% delle quote di mercato. Seguono, staccatissimi, il gruppo Caltagirone e Monrif, entrambe all’8,5%.

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