L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, a seguito delle numerose segnalazioni pervenute da più parti, ha chiesto alla Polizia Postale di effettuare con urgenza le opportune indagini – sotto i diversi profili di possibile violazione di norme di carattere penale o amministrativo – sull’invio ai telefoni cellulari di messaggi SMS ingannevoli e pertanto suscettibili di carpire la buona fede degli utenti.Tali messaggi in particolare riguardano l’invito a chiamare un numero (di norma con tariffazione a sovrapprezzo) per ricevere suonerie gratis o per ascoltare messaggi registrati sulla propria segreteria.
Questi messaggi nascondono però delle vere e proprie truffe delle quali cadono vittime, ogni anno, circa un milione di utenti, per un giro d’affari stimato nell’ordine dei 200 milioni di euro. L’Agcom vuole dunque vederci chiaro, identificando con l’ausilio della Polizia Postale i diversi profili di possibile violazione di norme di carattere penale o amministrativo. L’assegnazione agli operatori telefonici dei cosiddetti numeri a ‘valore aggiunto’ da parte del ministero delle Comunicazioni, nonostante le diverse segnalazioni di utenti raggirati, prosegue a ritmo sostenuto: attualmente sono circa 133 mila dai 100 mila dello scorso anno. Questi numeri – identificati da prefissi come 899, 166, 144, 709, 892 – vengono concessi agli operatori, che poi li cedono ad altre aziende, che spesso dirottano le chiamate su numeri internazionali, mettendo in atto delle vere e proprie estorsioni ai danni degli utenti. Per bloccare questa pratica fraudolenta, che vede comunque coinvolti gestori senza scrupoli pronti a lucrare su operazioni effettuate senza alcun consenso informato, il 25 aprile scorso è entrato in vigore un decreto del ministero delle Comunicazioni che, nel tentativo di disciplinare questa giungla di imbrogli, ha posto un tetto massimo di 12,50 euro alle chiamate e ha previsto la possibilità di disabilitare in modo permanente dalla propria linea i numeri incriminati – inclusi i numeri satellitari e i prefissi internazionali – o di dotarsi di un codice da utilizzare qualora sorga la necessità di comporre uno di questi numeri.
Misure giudicate però ‘complicate e fumose’ da parte delle associazioni dei consumatori e che di fatto non sono riuscite ad arginare il fenomeno. Per quanto riguarda le informazioni e i servizi inviati attraverso gli sms, il decreto stabilisce l’obbligo, prima di offrire qualsiasi informazione o servizio a pagamento, di inviare al cliente un messaggio gratuito che indichi i costi del servizio, il numero massimo di messaggi o contenuti forniti, se si tratta di un abbonamento e informazioni su come disattivare il servizio. È stato inoltre istituito un comitato permanente presieduto da un rappresentante del Ministero delle comunicazioni, di cui fanno parte rappresentanti dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, della Polizia postale e delle comunicazioni, degli operatori titolari della numerazione, dei fornitori di servizi di comunicazione elettronica, delle Associazioni dei centri servizi e delle Associazioni dei consumatori, con il compito di redigere codici di autoregolamentazione ispirati ai principi del nuovo regolamento. In seguito all’emanazione del decreto, dal 2 aprile 2007, Telecom Italia ha messo gratuitamente a disposizione dei clienti il servizio di “Accesso selettivo di chiamata” verso le numerazioni a sovrapprezzo. Attraverso un codice personale numerico (Pin), il servizio permette di abilitare o meno il proprio il numero alle chiamate verso le numerazioni a tariffazione maggiorata. Viene comunque da chiedersi che fine hanno fatto i buoni propositi propinati dagli operatori mobili nel 2005, quando venne sottoscritto il “Codice di condotta per l’offerta dei servizi a sovrapprezzo e la tutela dei minori”, ratificato dall’allora ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri. Col Codice di autodisciplina i gestori di telefonia mobile si impegnavano a un’informazione più immediata e trasparente sui costi e le modalità di accesso ai servizi a “sovrapprezzo”, garantendo al contempo il pieno rispetto della tutela e della protezione dei minori. Le truffe telefoniche a mezzo sms non sono comunque una prerogativa tutta italiana: anche in Spagna il governo ha tentato di regolare e controllare l’uso dei numeri a tariffa addizionale, degli sms e degli mms ingannevoli. Secondo l’associazione dei consumatori Ceaccu, però, l’80% dei numeri a sovrapprezzo non adempie alla normativa vigente, e due utenti su quattro hanno subito, loro o persone di loro conoscenza, un tentativo di truffa legato ai servizi a sovrapprezzo.