L’autorità per le telecomunicazioni ha approvato nuove regole per le web radio e le web tv dando attuazione al decreto Romani sui servizi media audiovisivi. Una “mezza vittoria” per il popolo del Web, perchè sebbene siano stati esclusi dalle regole i piccoli operatori, siano state ridotte le tasse di ingresso e non sia più obbligatoria l’autorizzazione, resta l’estensione delle regole che valgono per le tivù tradizionali e sono davvero tante e complicate.
I regolamenti, che riguardano le emittenti con palinsesto e quelle “on demand”, si applicheranno solo ai soggetti con ricavi superiori a 100mila euro annui. Non è prevista alcuna autorizzazione, ma gli operatori dovranno comunque comunicare l’apertura di un’attività, avvalendosi del silenzio-assenso. Nessun canone annuale, ma un contributo una tantum di 500 euro per i servizi tv e di 250 euro per quelli radiofonici. Ma per installare una rete le cose non si sono semplificate, tutt’altro. Ecco che cosa serve:
• una unita’ addetta alla progettazione degli impianti;
• una unita’ addetta alla direzione dei lavori;
• otto unita’ addette all’esecuzione dei lavori e/o alla manutenzione delle apparecchiature terminali;
• dotazione individuale di strumentazione di base per ogni unita’ addetta all’esecuzione dei lavori;
• misuratore di terra e multimetro digitale da laboratorio, oscilloscopio 50 MHz, impulsografo, analizzatore di spettro, analizzatore di protocollo per reti locali, un reflettometro per reti locali ed un personal computer portatile con schede di accesso per reti locali; la strumentazione deve essere conforme alle specifiche tecniche dichiarate dal costruttore;
• uffici: un locale ad uso ufficio presso cui ha sede l’impresa;
• magazzino: un deposito di adeguate dimensioni ad uso esclusivo dell’impresa che possa contenere le varie apparecchiatura di telecomunicazioni, le attrezzature di cantiere e di squadra;
• cinque automezzi di cui due autofurgoni;
• copertura assicurativa di responsabilità civile verso terzi;
• pagare i contributi.
Giuseppe Liucci