Ad Arzano i giornali non sono un bene di prima necessità, chiuse le edicole

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La poco gentile concessione del Governo ai Comuni di adottare misure di chiusura a livello locale rientra nel vecchio concetto di divide et impera.
Sulla limitazione dei diritti civili la competenza non è più dello Stato, in quanto Stato, ma degli enti locali, i sindaci trasformati in Ras locali. E la situazione peggiora ancora di più nelle situazioni dove i Sindaci non ci sono, in quanto, a diverso titolo, i Comuni sono commissariati. Prendiamo un esempio concreto: il Comune di Arzano.

La curva dei contagi ha indotto la Commissione prefettizia a dichiarare con propria ordinanza la chiusura temporanea di tutti gli esercizi commerciali, con l’unica eccezione dei
negozi che vendono beni necessari. A livello locale poco ci vuole ad escludere dai beni di prima necessità e, così, ad Arzano le edicole non possono essere aperte. L’informazione viene trattata alla stregua di un oggetto, un complemento di arredo, una chincaglieria. Il segnale è chiaro; e molto ma molto preoccupante. Si dice che ad inizio marzo ci fu una lunga battaglia all’interno del Governo circa l’apertura delle edicole: il sottosegretario Martella dovette condurre una lunga battaglia per evitare che il virus diventasse la chiave per Crimi & C. per seppellire definitivamente il pluralismo. Ora si riparte a livello locale. Stiamo attenti, molto attenti.

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