Giro di vite attorno la libertà intellettuale in rete, i controlli si fanno sempre più serrati e assieme alle proposte di legge Sopa e Pipa made in Usa, si fa avanti anche l’Acta, Anti-Counterfeiting Trade Agreement.
Si tratta di un accordo plurilaterale già firmato da otto diversi paesi dell’Ue, varato per la salvaguardia della proprietà intellettuale su beni, servizi e prodotti immateriali circolanti nel web.
L’accordo è fortemente avallato dagli USA, che in materia hanno già ampiamente mostrato la propria posizioni con le proposte legislative restrittive Sopa e Pipa, cui sono seguite altrettanto sollevazioni.
Il timore maggiore dei «sindacalisti» della rete è l’eventuale possibilità per chi adotta il provvedimento Acta di agire contro ipotetiche violazioni senza passare per l’autorità giudiziaria.
Dunque ciò significherebbe un vantaggio per le grandi corporation che andrebbero a minare e reprimere la libertà intellettuale, nonostante gli intenti della Commissione Europea che tende a smorzare i toni e precisa che :
«L’accordo non creerà nuovi diritti intellettuali ma servirà solo a rafforzare i diritti già esistenti. Non si arriverà a un monitoraggio costante del traffico internet».
Per la ratifica finale programmata entro Giugno, è prevista la sottoscrizione di quaranta paesi tra cui oltre agli Stati Uniti, il Canada, Giappone, Australia, Nuova Zelanda, Singapore, Marocco e Corea del Sud.
La proposta di legge in attesa della ratifica Europarlamentare ha scatenato però già ampi dissensi da parte dei sostenitori della libertà di informazione tra cui le associazioni di attivisti del web come il gruppo di hacker svedesi
Cyber Force.
Il gruppo emulo di Anonymous ha bloccato per alcune ore il sito del Parlamento europeo e si è fatto portavoce dello scontento di molti paesi tra cui in testa la Polonia, decisa ad ostacolare il definitivo varo di un bavaglio che ammutolirebbe in maniera drastica le voci del web.
Intanto si annuncia un mese di Marzo «nero» come minacciato dal gruppo Anonymous che rivolge un appello a tutti i fruitori di contenuti Multimediali e di servizi collegati all’industria dell’intrattenimento.
L’appello incita al boicottaggio di download di musica, film ed intrattenimento, per 4 settimane perché a marzo c’è il rendiconto annuale per molte di queste Lobby e quindi è un chiaro messaggio contro la censura derivante dalla legge SOPA e PIPA e nondimeno ACTA.
Arianna Esposito
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