Acquarone: “Io capro espiatorio, sono a disposizione dei pm”

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Michele Acquarone
Michele Acquarone
Michele Acquarone

“Mi sento un capro espiatorio per la vicenda degli ammanchi nel bilancio di Rcs Sport e tengo a dire di non aver preso un euro in più rispetto al mio stipendio”. Lo ha affermato Michele Acquarone, direttore generale di Rcs Sport and media company, licenziato quattro giorni fa per ammanchi nei bilanci della società del gruppo Rcs, che opera nel settore degli eventi sportivi, per oltre 10 milioni di euro.
Acquarone, che era anche il direttore del Giro d’Italia, dai primi di ottobre era stato sospeso dal gruppo, in attesa che venisse ultimato un internal audit per stabilire l’entità esatta del buco di bilancio e che venisse avviata un’indagine.
Gli stessi provvedimenti hanno colpito anche l’ex amministratore delegato di Rcs Sport Giacomo Catano, accusato anche lui di mancato controllo. Acquarone e Catano sono stati incolpati di “aver potuto e dovuto impedire che si verificassero gli ammanchi”, ha spiegato il manager nel corso un incontro con i giornalisti al Circolo della Stampa di Milano, ma di non aver impedito che gli ammanchi si verificassero.
Acquarone ha tenuto a precisare di non aver ancora ricevuto alcun avviso di garanzia da parte dei pm di Milano, coordinati dal procuratore aggiunto Francesco Greco, che stanno indagando sulla vicenda e ha detto di essere “a disposizione dei magistrati, quando mi chiameranno, per chiarire ogni aspetto del mio lavoro in questi ultimi 5 anni in Rcs Sport”.

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