Di fronte alla agghiacciante storia di violenza emersa nel salernitano contro una bambina di 13 anni, il Garante privacy interviene con forza richiamando i media: “No ai nomi dei violentatori se rendono identificabile la vittima”. “Non si possono pubblicare dettagli – sottolinea il Garante – che rendono identificabili le vittime di violenza sessuale. Tanto più quando si tratta di minori”.
Il Garante ricorda che, “anche quando questi dettagli fossero stati forniti da fonti ufficiali, i mezzi di informazione sono tenuti a non diffondere elementi che, anche indirettamente, portino all’individuazione di vittime di violenza sessuale”. La pubblicazione di tali dettagli – ricorda il Garante in una nota – contrasta con i principi fissati dal Codice deontologico dei giornalisti e risulta ancora più grave se si tiene conto che la vittima è una persona minore, alla quale la normativa italiana e le Convenzioni internazionali (Codice privacy, Codice penale, nuovo processo minorile, Carta di Treviso, Convenzione dei diritti del fanciullo) riconoscono una tutela rafforzata.