Il decreto del fare è per molti versi ispirato alle logiche di politiche economiche degli ultimi anni, facciamo “ammujna” che poi Dio, forse, vede e, se ci va bene, provvede. Ma finalmente una buona notizia. La folle norma sulla tracciabilità dei dati del wi-fi a carico dei locali pubblici è stata eliminata. Si perché chi ha la sventura di avere un’attività commerciale e quella dose di follia per cui non ha ancora ammainato bandiera bianca contro l’attacco concentrico della crisi, del fisco e della burocrazia, tra i mille obblighi aveva anche quello di monitorare i collegamenti wi-fi offerti ai clienti. Si, proprio così, se andavate al bar a prendere un caffè, in un ristorante o in un albergo che fornisce l’accesso alla propria rete wifi, la vostra connessione doveva essere tracciata dal gestore; insomma, il novantanove per cento degli esercizi pubblici per offrire questo servizio alla propria clientela era fuori legge. Le soluzioni per il povero imprenditore, alle prese quotidiane con licenze, autorizzazioni, vigili, urbani e del fuoco, finanzieri e sommozzatori alla perenne ricerca dell’imponibile perduto e dell’autorizzazione mancata erano: o fregarsene( consapevolmente o meno), o mettersi in regola con la legge. Il che significava effettuare un considerevole investimento e sopportare costi per la gestione dell’attività poliziesca dallo Stato felicemente delegata. Questa volta il Governo ha indovinato la strada giusta: recita la norma“l’offerta di accesso ad Internet al pubblico è libera e non richiede l’identificazione personale degli utilizzatori”. Basta poco per semplificare la vita.