Un “servizio d’ordine” contro i giornalisti a Napoli. La denuncia è arrivata direttamente dal sindacato unitario dei giornalisti della Campania. Tutto starebbe accadendo nell’area intorno al palazzo dove viveva e in cui ha perso la vita il piccolo Samuele. Mentre l’inchiesta prosegue, i residenti si sono stretti intorno alla famiglia del bambino. E avrebbero iniziato a sorvegliare il palazzo di via Foria per scoraggiare e allontanare curiosi e giornalisti. A farne le spese una troupe del Tgr Campania.
Tra gli altri, il Mattino ha dato notizia della comparsa di un cartello che intima di “non fare foto e video per rispetto alla famiglia”. Le famiglie del palazzo sono solidali con quella di Samuele e vogliono, a quanto pare, scongiurare il macabro turismo dell’orrore. Che, specialmente ai tempi dei social, è diventato una sorta di must esecrabile. Ma finiscono per porsi anche in maniera antagonista ai giornalisti che invece fanno il loro mestiere di documentare uno dei fatti terribili di questa fine estate a Napoli.
Per queste ragioni il sindacato unitario dei giornalisti della Campania ha diramato una nota in cui ha stigmatizzato quanto sta accadendo a via Foria. E ha affermato. “Davanti all’edificio dove è morto tragicamente il piccolo Samuele, in via Foria a Napoli, da qualche giorno si è costituito autonomamente un servizio d’ordine composto da alcuni residenti che ha come unico scopo quello di non fare avvicinare i giornalisti”. E quindi. “Ieri mattina l’ennesima aggressione alla troupe della Tgr Campania, nelle ore precedenti lo stesso trattamento è stato riservato ad altri colleghi, uno dei quali è stato, addirittura, preso a schiaffi. Non è possibile che il diritto di cronaca venga così impunemente violato. Il Sindacato unitario giornalisti della Campania chiede un intervento delle forze dell’ordine per il ripristino della legalità”.