A ‘SERVIZIO PUBBLICO’ CELENTANO RISCHIA DI ESSERE OSCURATO. PARENZO: «LA FIAT? UNA GRANDE AZIENDA!»

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È arrivata prima la Mini, poi la Citroén, poi l’Alfa Romeo. Galeotta fu quella corsa sulla pista scivolosa. Corrado Formigli, il 2 dicembre del 2010 su Annozero, azzardò un confronto tra tre case automobilistiche. Un confronto già realizzato, e con lo stesso esito, dalla rivista automobilistica Quattroruote. Il servizio è stato giudicato diffamatorio dalla Fiat, una «insopportabile aggressione mediatica», per usare e parole di Formigli.
La Fiat ha fatto causa e il tribunale di Torino, in primo appello, ha dichiarato che la Rai e Formigli dovranno pagare 7 milioni di euro, di cui 5 diretti al Lingotto e 2 da utilizzare per pubblicare la sentenza sabauda sui tre maggiori quotidiani nazionali e su un mensile di automobili.
Per Formigli e la Rai è una cifra esagerata. Viale Mazzini ha impugnato la sentenza e farà ricorso.
Tuttavia il messaggio mandato è stato chiaro. I 7 milioni sembrano voler dire: fate attenzione a ciò che dite in tv. Ecco che spunta Celentano. Che c’entra il molleggiato, direte voi. Stasera su Servizio Pubblico, la trasmissione multipiattaforma condotta da Santoro, ci sarà il “cantante-guru” e le sue potenziali prediche “totalizzanti” fanno paura.
Sandro Parenzo, presidente di Telelombardia, una delle emittenti che trasmette Servizio Pubblico, minaccia di oscurare l’intervento del molleggiato, se non verrà a sapere il testo prima della diretta. Le ferite “mediatiche” lasciate a Sanremo sono ancora aperte (basti pensare al Comitato Etico, invocato dal dg Lei, che setaccerà gli interventi di Celentano) e lo spauracchio del risarcimento fa paura. «Non possiamo rischiare risarcimenti milionari. Siamo al buio. Non si sa nulla dell’intervento di Celentano. Santoro non vuole dirci nulla di questa intervista. Ci mandino il testo, oppure ci diano una fidejussione, altrimenti manderemo in onda Servizio Pubblico e quando ci sarà Celentano lo oscuriamo», dichiara Parenzo. «La Rai dovrà pagare cinque milioni per aver criticato la Fiat. Io da domani dico solo che la Fiat è una grande azienda. E se nella puntata venisse fuori qualcosa contro la Rai? E se la Rai poi ci fa causa, chi paga?». Ha aggiunto il patron di Telelombardia che teme, più di tutto, che Celentano possa invitare i cittadini a non pagare il canone. Non sia mai! Il risarcimento potrebbe essere incalcolabile.
Parenzo spiega quindi che senza una controllata (forse sarebbe meglio dire censura) preventiva «l’intervento di Celentano non andrà in onda su Telelombardia in Lombardia, su Antenna 3 in Veneto e su tutte le altre emittenti del digitale terrestre».
Santoro dà un’interpretazione più sottile alle parole di Parenzo. Per il conduttore si tratta di una provocazione per «l’abnormità della sentenza che ha condannato la Rai e Corrado Formigli».
Insomma un misto di indignazione e impotenza.
Più coraggioso si mostra l’editore di Telecapri, Costantino Federico che ha affermato: «Celentano? Per noi nessun problema, siamo per la massima libertà di espressione. Quello di Telelombardia mi sembra un eccesso di preoccupazione. Ma il diritto di critica e di opinione è assolutamente intoccabile. Anzi, dirò di più: quasi certamente non condividerò nulla del discorso di Celentano ma questo non mi induce certo a frenarlo o a censurargli il testo che intende discutere in tv».
Inoltre, per Federico la sentenza contro la Rai e Formigli è «un caso evidentemente diverso. L’azienda automobilistica si è sentita colpita da una sorta di pubblicità comparativa che danneggiava il prodotto, qui siamo nel campo delle idee, delle opinioni espresse da un singolo cittadino».
Anche le idee possono costare caro!
Egidio Negri

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