A Repubblica arriva il nuovo direttore Carlo Verdelli che sostituirà Mario Calabresi il quale, solo ieri, aveva annunciato via twitter di essere stato sostituito alla direzione del quotidiano fondato da Eugenio Scalfari.
L’approdo di Verdelli è stato così presentato da una nota del Gruppo Gedi: “Si é riunito in data odierna il Consiglio di Amministrazione di GEDI Gruppo Editoriale che ha nominato Carlo Verdelli direttore della testata la Repubblica, in sostituzione di
Mario Calabresi, che ha diretto il giornale nel corso degli ultimi tre anni”. E quindi: “Il Consiglio di Amministrazione ha espresso il proprio ringraziamento al direttore Calabresi per l’impegno profuso nel corso del suo mandato, in un contesto di mercato senz’altro difficile e sfidante. Carlo Verdelli assume la direzione forte di una solida esperienza in ruoli di vertice in testate e realtà editoriali di rilievo, in cui si è distinto per capacità di direzione e talento innovativo. Il Consiglio di Amministrazione – chiosa il comunicato Gedi – ha formulato a Carlo Verdelli i migliori auguri di buon lavoro e di successo”.
Al neo direttore arrivano anche gli auguri dei giornalisti del comitato di redazione del quotidiano che, però, contestualmente invitano l’azienda a mitigare le sue posizioni in tema di tagli: “Il Cdr di Repubblica ringrazia il direttore Mario Calabresi per il lavoro svolto in questi tre anni alla guida di Repubblica e augura buon lavoro al suo successore Carlo Verdelli, che sarà nominato oggi dal Cda. In questo nuovo, delicato passaggio della vita del giornale, che coincide con l’ennesimo piano di sacrifici chiesto ai giornalisti e con una fase politica che ci vede come sempre in prima linea nella difesa del ruolo dell’informazione e dei diritti garantiti dalla Costituzione, la Redazione esorta l’Azienda a tener fede ai patti e a dare prova del medesimo senso di responsabilità da noi dimostrato fino ad oggi, assicurando ogni intervento utile a rafforzare la testata in tutte le sue declinazioni. In tale contesto, non si può non ricordare come la strada di Repubblica intrecci e segni gli ultimi 43 anni di vita del Paese, durante i quali il nostro giornale si è reso interprete della coscienza civile e custode degli ideali democratici. Ruolo che rivendichiamo e per il quale continueremo a batterci affinché Repubblica rimanga l’espressione di una formidabile intelligenza collettiva”.