“Un ricatto occupazionale” a La Sicilia. Parole e musica di Alessandra Costante, segretaria generale della Fnsi, che ha utilizzato parole durissime per stigmatizzare la scelta, e le modalità utilizzate, dell’editore che ha annunciato gli esuberi e la Cig. Per Costante, quello che sta succedendo a La Sicilia non è accettabile: “I licenziamenti collettivi non si annunciano con pec, ma seguendo le corrette procedure. Tutto il resto – commenta la segretaria sul caso La Sicilia – ha il sapore di un ricatto occupazionale per prendere in ostaggio la redazione e costringerla ad accettare ammortizzatori sociali selvaggi. Con il 55 per cento di cassa integrazione non ci potrà mai essere un giornale di qualità, condannando la storica testata La Sicilia alla clandestinità in edicola”.
Ma non è tutto. Perché Costante batte su un tema caldo: “Il governo ha stanziato 20 milioni per il trattamento non traumatico degli esuberi e non si capisce per quale motivo l’editore e i suoi consulenti stiano ignorando queste opportunità”. E dunque aggiunge: “Ricordiamo anche agli editori che non potranno mai fare il giornale con collaboratori che non vengono pagati da più di un anno e che hanno maturato, fra l’altro, anche cospicui crediti previdenziali nei confronti dell’editore”.
Per la segretaria Fnsi l’auspicio è che “l’Istituto di previdenza dei giornalisti obblighi l’azienda a sanare quanto prima anche questa ferita. Il sindacato – promette Costante – farà la sua parte e si augura che la società civile e la politica, nazionale e siciliana, intervengano nei confronti di un editore che a lungo ha abusato di soldi pubblici”.
La vicenda ha fatto arrabbiare anche l’Assostampa Siciliana. Che, con Giuseppe Rizzuto, segretario regionale dell’Associazione Siciliana della Stampa e Filippo Romeo, segretario provinciale sezione di Catania, non ha s’è tirata indietro dalla polemica: “La comunicazione avviene al termine di un lungo periodo di crisi ma anche di confronto con la rappresentanza sindacale dei giornalisti che ha permesso di prefigurare un percorso privo di scelte traumatiche a danno dei lavoratori ma anche rispettoso della storia di una prestigiosa testata che ha un ruolo importante nell’informazione siciliana”.
L’Associazione Siciliana della Stampa ha inoltre fatto appello a che “si torni al tavolo delle trattative anche alla luce della responsabilità e ragionevolezza che ha caratterizzato i lavoratori”. Da tempo, i disagi per i lavoratori sono gravi e insopportabili: “I giornalisti da nove anni subiscono aggravi dei carichi di lavoro, tagli agli stipendi e patiscono i disagi di una Cigs al 34 per cento e di un ritardo ripetuto nei pagamenti. La stessa sorte coinvolge i tanti collaboratori impegnati ogni giorno nella produzione del giornale. Ma ci sono ancora i margini per usufruire del supporto dello Stato (ad esempio con i prepensionamenti) per alleggerire il corpo redazionale, così come dimostrano altre esperienze nello stesso territorio siciliano”.
Il sindacato, concludono Rizzuto e Romeo, “può essere d’aiuto a definire un percorso che salvi la qualità dell’informazione e i posti di lavoro, fatturati e bilanci ed una storia lunga decenni. Non approfittare di tutte le opportunità per evitare soluzioni che getterebbero nel dramma intere famiglie sarebbe il più grave dei peccati”.
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