Cento anni fa nasceva il grande giornalista Enzo Biagi. La Rai non dimentica l’anniversario e, per celebrare la ricorrenza, proporrà sull’app di Raiplay le nove puntate del primo programma che Biagi ha firmato a viale Mazzini, “Rotocalco Televisivo”.
Un vero e proprio tuffo nel passato, che i cultori non potranno perdersi. Oltre a Biagi, infatti, il programma poteva contare su firme di tutto rilievo del panorama giornalistico nazionale. Dal compianto Sergio Zavoli a Gianni Bisiach, da Brando Giordani a Ugo Gregoretti.
Il “Rotocalco” ebbe il merito di svelare ai telespettatori realtà “lontane” eppure di scottante attualità all’epoca che, oggi, divengono fondamentali documenti storici per ricostruire il passato recente del nostro Paese e dell’Europa. Dalla prima puntata andata in onda il 31 marzo 1962, due straordinari reportage: “Il muro”, firmato dallo stesso Biagi, su Berlino divisa da una barriera di cemento e “Rapporto da Corleone” a cura di Gianni Bisiach, tra le prime inchieste Rai sulla mafia siciliana.
La puntata del 14 aprile 1962 ha un servizio di Ezio Zefferi sull’Algeria libera dal dominio francese e una divertita inchiesta di Ugo Gregoretti sulla piaga delle “spintarelle”. Quella del 26 maggio 1962 contiene l’intervista di Gianni Bisiach al Negus d’Etiopia Hailé Selassié e il reportage “La costa dell’oro” di Mino Monicelli e Mario Azzella sulla trasformazione della Sardegna, dal passato pastorale al boom immobiliare e turistico della Costa Smeralda, e si chiude con “La guerra dei codici” di Pino Josca e Giorgio Pillon, documentario storico sullo spionaggio militare italiano durante la seconda guerra mondiale. Nell’appuntamento del 9 giugno 1962, invece, Enzo Biagi firma un pezzo dal titolo “Quel Giorno”, rievocando l’entrata in guerra dell’Italia il 10 giugno 1940, Carlo Guidotti con “Lavoro offresi” indaga sul nuovo dinamismo del mercato del lavoro mentre Brando Giordani, insieme a Gino Pallotta, realizza il reportage “La superstizione” sulle credenze e le pratiche magico-rituali nel Meridione.
La nona puntata di “RT”, l’ultima, trasmessa il 21 luglio del ’62, propone un’inchiesta sullo sfruttamento illegale della manodopera che affluisce nel Nord industriale dal Meridione dal titolo “I clandestini” di Gigi Marsico; il “Viaggio in Polonia, gli ultimi nobili” sulle condizioni di vita della vecchia aristocrazia sotto un regime comunista; “La fabbrica dei belli” di Ilio De Giorgis, una delle prime inchieste sulle aperture, già dalla fine degli anni ’50, di palestre e centri estetici.
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