IL WSJ RIVELA IL PIANO PER LA SUCCESSIONE DI MURDOCH

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Rupert Murdoch sta considerando di lasciare le redini di News Corp da più di un anno, da prima quindi che lo scandalo delle intercettazioni scoppiasse. Il suo posto potrebbe essere preso dall’attuale chief operating officer, Chase Carey. Lo riporta il Wall Street Journal – giornale di proprietà della News Corp del tycoon di origine australiana – citando alcune fonti interne all’azienda. Carey è uno dei pochi dirigenti non toccati dal tabloid-gate. Secondo le voci riportate dal giornale, visto lo scandalo che sta travolgendo il suo impero a livello globale, Murdoch non lascerebbe subito ma nei prossimi mesi, quando il tabloid-gate si sarà calmato, e comunque resterebbe in News Corp come presidente esecutivo. «Un addio che avrebbe uno scarso impatto pratico – scrive ancora il Wall Street Journal – ma dall’enorme significato simbolico».

Le rivelazioni del giornale, o forse le voci lasciate trapelare dai vertici dell’azienda, sostengono così l’ipotesi per cui non sarebbe mai stato il figlio James il delfino designato dal magnate. «Un piano per la successione – chiosa un top manager della News Corp, citato dalla Reuters – è pronto da qualche tempo e viene regolarmente rivisto e aggiornato. Ma non si è accelerato nulla e non sono intervenuti cambiamenti» dopo lo scandalo.

Oggi Rupert Murdoch e suo figlio James saranno alla Camera dei Comuni per un’audizione sullo scandalo che ha investito la News Corp. Scandalo che dalla Gran Bretagna si è allargato agli Stati Uniti, dove è già stata aperta un’inchiesta preliminare, e all’Australia, dove le conseguenze sono per il momento di tipo finanziario. Secondo il Daily Telegraph, infatti, dopo il fallimento dell’acquisto di BskyB in Gran Bretagna sono a rischio altre operazioni come la rilevazione di Austar, un’emittente via cavo che è leader del mercato regionale e locale in Australia: il governo di Canberra ha autorizzato un voto sull’ipotesi di riformare le attuali leggi che regolano le proprietà, il che potrebbe ritardare o addirittura impedire l’affare, mentre l’Authority per la concorrenza avrebbe nel mirino le aziende di Murdoch dopo le accuse di abuso della posizione dominante di mercato.
E di certo non aiutano il gruppo di Murdoch le continue rivelazioni sulla vicenda intercettazioni. Il New York Times scrive oggi che un gruppo di dirigenti e collaboratori del tycoon avrebbe cercato per anni di nascondere le pratiche illegali alle quali ricorreva The News of the World, e dopo lo scoppio dello scandalo avrebbe cercato di far passare la vicenda il più possibile sotto silenzio. Le prove dei pagamenti del tabloid alla polizia in cambio di informazioni non furono messe a disposizione delle autorità se non dopo quattro anni; nel frattempo News Corp pagò forti somme di denaro alle persone coinvolte in cambio del loro silenzio, e lo stesso tabloid continuò a pagare ex giornalisti e impiegati le cui rivelazioni avrebbero potuto rivelarsi imbarazzanti. Inoltre, venne distrutto il computer di uno dei direttori che conteneva delle e-mail compromettenti, e un memorandum interno che consigliava di assumersi delle responsabilità per l’accaduto venne di fatto ignorato.

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