Calano le vendite, calano gli introiti pubblicitari, calano i contributi statali all’editoria che permettono la diffusione di molte testate non-profit. Le aperture di Paolo Bonaiuti sulla riforma dell’editoria e sul precariato arrivano avvelenate da pessime notizie per il mondo dell’informazione. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’editoria conferma in commissione Cultura alla Camera la crisi del settore: «Nel 2010 per diffusione e pubblicità quotidiani e periodici hanno continuato a dimostrare flessioni», dice citando dati Fieg. Meno 4% nel 2010 (era 7 nel 2009), meno 2,4% nei primi quattro mesi del 2011.
L’aiuto non verrà dallo Stato. Bonaiuti spiega che ammonteranno a 170 milioni
i contributi diretti da erogare nel 2011 per il 2010. Nel 2010 erano stati 185 milioni.
Per il credito di imposta sulla carta, «ci sono 30 milioni, ma non devono configurarsi come aiuti di Stato: aspettiamo da Bruxelles entro il 31 luglio il via libera dell’Ue». Per i contributi alle emittenti radio-tv, «lo stanziamento di 8,28 milioni è ridotto di 4,642 milioni di euro». E le previsioni 2012-2013 parlano di un ulteriore indebolimento: si prevedono 190 milioni ma comprensivi degli accordi con la Rai».
Bonaiuti parla anche di una prossima riforma e propone contributi erogati in base agli effettivi livelli di occupazione, la possibilità di immaginare forme di incentivo per i giornali on line, un nuovo sistema informatizzato di distribuzione, una rinnovata tutela per il diritto d’autore, la riforma dei criteri alla base delle convenzioni con le agenzie di stampa. «Chiedo la vostra collaborazione e i vostri suggerimenti», ha detto Bonaiuti rivolto ai parlamentari della Commissione, assicurando che il governo è «pronto ad avviare un confronto dai primi di settembre o anche dalla fine di questo mese. Anzi – ha sottolineato – tenderei ad accelerare i tempi». (Avvenire)