L’AGCOM È DAVVERO LEGITTIMATA AD INTERVENIRE SUL WEB?

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Oltre allo Studio Legale Sarzana e alle associazioni di categoria coinvolte nella firma delle petizioni online, anche i senatori del Pd Vincenzo Vita e Luigi Vimercati sospettano che il provvedimento prefigurato dall’Autorità vada oltre la delega prevista dal cd. Decreto Romani. Il testo della delibera n.668/2010, ribadisce che l’art. 6 del decreto legislativo n.44/2010 avrebbe ottenuto di riformulare il ruolo dell’Autorità, integrando nel Testo Unico dei servizi di media audiovisivi l’art. 32 bis intitolato “Protezione dei diritti d’autore”. Il comma 3 del suddetto articolo, in effetti, attribuisce all’Agcom il compito di emanare le disposizioni regolamentari necessarie ad impedire ai fornitori di servizi di media audiovisivi (e solo ad essi) di trasmettere su qualsiasi piattaforma programmi (o loro estratti) tutelati dalla proprietà intellettuale di terzi, senza il consenso dei titolari dei diritti. Eppure poco chiara rimane tuttora la motivazione giuridica che estenderebbe, per così dire “in automatico”, l’ambito di intervento dell’Autorità a tutela del copyright anche ai “siti internet privati e i servizi consistenti nella fornitura o distribuzione di contenuti audiovisivi generati da privati ai fini di condivisione o di scambio nell’ambito di comunità d’interesse”. Specie se il Decreto Romani aveva di fatto escluso tale fronte dall’ambito di applicazione delle norme di vigilanza facenti capo all’Autorità (art. 2 comma 1 lettera a)) e confinando un suo eventuale intervento ai soli fornitori di servizi di media audiovisivi, ovvero coloro che pianificano un palinsesto, avendone la responsabilità editoriale. “Pare inquietante – sostengono i senatori del Pd Vita e Vimercati – l’eventuale surroga dei poteri del giudice naturale, con l’ipotesi di chiusura, in caso di inadempienza, dei siti “rei” di violare il diritto d’autore. Pare a noi un esercizio improprio della delega tanto più che lo stesso Calabrò nella recente relazione al Parlamento ha dichiarato necessaria una norma primaria di legge. È opinione comune in tante parti del Parlamento che, a questo punto, sia opportuna una moratoria, in attesa di una procedura istituzionalmente più corretta, non lesiva delle prerogative delle Camere”. Per questo motivo gli esponenti dell’opposizione hanno inoltre chiesto alla commissione Lavori pubblici del Senato, un’audizione urgente del Presidente dell’Agcom, Corrado Calabrò.
Manuela Avino

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