Il sito “Huffington Post”, fondato nel 2005, ha superato per numero di utenti unici i lettori del sito del New York Times. E solo quattro mesi fa era stato venduto ad America On Line per ben 315 milioni di dollari. «È il segno che le cose stanno cambiando molto velocemente», dice Arianna Huffington, «che i lettori non si accontentano più di avere solo notizie, ma che vogliono partecipare, che la nostra formula, fatta di news, blog e aggregazione è quella giusta e che l’informazione tradizionale deve fare i conti con questa nuova realtà».
La Huffington è a Cannes per partecipare al Lions, il festival internazionale della pubblicità, dove ha annunciato, assieme a Tim Armstrong, amministratore delegato di Aol, il primo passo verso la conquista dell’Europa: «Il prossimo 6 luglio inaugureremo l’edizione inglese di Huffington Post, poi arriveremo in altri quattordici paesi». E l’Italia? «Non c’è ancora niente di deciso, stiamo cominciando a guardarci intorno e a capire se c’è spazio per un sito indipendente di news come il nostro».
Nel frattempo la giornalista, donna d’affari, blogger più in vista del momento si sta occupando della trasformazione del suo sito, passato dal ruolo di nave corsara dell’informazione Usa, con una settantina di giornalisti e un esercito di blogger, a quello di nuovo establishment dell’era digitale, con un migliaio di giornalisti da gestire come direttore dell’Huffington Media Group, che ha sotto il suo controllo tutte le testate di America On Line.