I CRACKER COLPISCONO ANCHE L’FMI: UN NUOVO WIKILEAKS ALL’ORIZZONTE?

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Non bastava lo scandalo che ha colpito i vertici dell’organizzazione dopo l’arresto dell’ex-direttore del Fondo Monetario Internazionale, Dominique Strauss-Kahn, ora anche i sistemi informatici dell’organizzazione economica mondiale subiscono un ulteriore duro colpo. Il New York Times ha riportato la notizia nella giornata di ieri, ma l’aggressione cibernetica risalirebbe ai mesi scorsi, passando nel silenzio fino ad oggi. L’FBI ha già aperto un’inchiesta ma un portavoce dell’Ente internazionale depositario di importanti dati strategici oltre che di informazioni sensibili riguardanti i paesi che contribuiscono all’economia globale (come in parte alla sua crisi), ha avvertito che il “Fondo è pienamente operativo”. Non vi sono ancora dettagli specifici riguardo le modalità della penetrazione dei malintenzionati attraverso i sistemi di sicurezza ma, quel che è certo, è che si sia trattato di un attacco sofisticato capace di mandare in tilt per alcune ore i computer del Fondo. Il che lascia prefigurare un quadro preoccupante, con un possibile furto di e-mail e informazioni di account appartenenti ai responsabili dell’ agenzia. Le dimensioni del danno sono ancora ignote e finché non se ne intuiranno le finalità è probabile che continuino ad essere nascoste ancora per molto. Soprattutto se la violazione del sistema sia stata finalizzata alla sottrazione di dati cruciali relativi a quei paesi sull’orlo della crisi economica e che sono stati oggetto di intervento finanziario da parte del Fondo, come il Portogallo, la Grecia e l’Irlanda. Si tratta di database strategici con comunicazioni tra i leader nazionali, negoziati magari approntati lontano dalle scene ufficiali, accordi, che uno stesso funzionario del Fondo definisce come “dinamite politica in molti paesi”. Il ricordo della bomba lanciata da Wikileaks agli ingranaggi della diplomazia globale è ancora fresco, e forse è proprio per evitare un ulteriore vendita dei cablogrammi ai migliori offerenti che la Banca Mondiale con sede nel centro di Washington a due passi dal Fondo ha tagliato tutti i collegamenti informatici di condivisione delle informazioni. Alcuni esperti fanno sapere che la possibile matrice dell’attacco sia rinvenibile in una tecnica chiamata “spear pishing” ovvero un falso link la cui apertura avrebbe attivato l’esecuzione di un programma in grado di consentire il libero accesso al sistema. Il Fondo ha negato qualsiasi relazione tra quest’ultimo attacco e l’intrusione nei sistemi di sicurezza RSA avvenuti a Marzo che hanno seriamente compromesso le chiavi di accesso di compagnie e governi. Di recente alcuni hacker si sarebbero per giunta serviti delle informazioni rubate per accedere ai computer e alle reti della Lockeed Martin Corporation, la più grande impresa militare degli Usa. Si tratta comunque di incidenti che inducono a riflettere sulla vulnerabilità di certi sistemi che se vengono violati a così alti livelli, certo non lasciano sperare nulla di buono per la privacy di noi comuni cittadini.
Manuela Avino

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