Lunedì viale Mazzini dovrà sottoporre al voto del cda la programmazione delle tre Reti Rai in vista della presentazione agli inserzionisti pubblicitari della Sipra prevista per il 20 giugno. Nessun cambiamento sostanziale in vista, dato che il Direttore Generale, Lorenza Lei, ha anticipato di portare sul tavolo del consiglio le scelte già concordate con i tre vicedirettori generali dopo una consultazione con i responsabili delle reti. Gli occhi rimangono puntati su Rai Tre, il cui palinsesto però sembra non aver subito modifiche, con la conferma di trasmissioni come “Ballarò” di Giovanni Floris, “Parla con me” di Serena Dandini, “Report” di Milena Gabanelli, “Che tempo che fa” di Fabio Fazio ed “In Mezz’ora” di Lucia Annunziata. Le trattative sono però ancora aperte riguardo i contratti dei singoli professionisti in relazione alla questione dei compensi, oggetto, a quanto pare, di una potenziale revisione. Intanto già si fanno le previsioni sugli esiti delle votazioni, che dovrebbero incontrare il favore dei consiglieri di area Pd, Nino Rizzo Nervo e Giorgio van Straten, come quello dell’Udc rappresentato da Rodolfo De Laurentiis. Lo stesso discorso dovrebbe valere per il centrodestra, con un orientamento al sì del consigliere indicato dal Tesoro, Angelo Maria Petroni, e di Giovanna Bianchi Clerici della Lega. Più probabile aspettarsi l’astensione da parte di Antonio Verro del Pdl, che al Corriere delle Sera si è detto “perplesso” su quello che non ha esitato a definire il “fortino di RaiTre” occupato dal centrosinistra. Più difficile prevedere la posizione di Alessio Gorla e Guglielmo Rositani (Pdl) ma quel che è certo è che domani sarà sancito l’ultimo atto editoriale del cda guidato da Paolo Garimberti. Eppure rumors si sollevano su un possibile decreto che vada a mutare i criteri di nomina dei vertici al fine di insediare una nuova governance in grado di superare la fine della legislatura. Indiscrezioni subito smentite dall’interno del Pdl mentre il segretario di Usigrai, Paolo Verna, non esita a parlare di golpe qualora alle voci dovessero seguire i fatti. (Corriere della Sera)