Toccherà al premier Silvio Berlusconi fare il primo test delle nuove regole Consob sui takeover: è quanto sottolinea l’agenzia statunitense Bloomberg in un articolo sul negoziato in corso tra Mediaset e Dmt, la società delle torri di televisive di cui il Biscione vuole avere il controllo, ma senza fare l’Opa.
Per raggiungere l’obiettivo, “deve convincere gli investitori di minoranza”, nota il lancio d’agenzia, ripreso tra gli altri dal San Francisco Chronicle. Mediaset ha tempo fino al 30 giugno per concludere la trattativa esclusiva avviata tra la sua controllata Elettronica Industriale e la Dmt (Digital Multimedia Technologies) per integrare le rispettive infrastrutture nel settore delle torri di broadcasting e telefonia e ottenere una partecipazione di controllo di almeno il 60% in Dmt. “Gli investitori di minoranza – ricorda la Bloomberg – dovranno decidere se Mediaset dovrà essere esentata dall’acquisire anche le loro azioni”.
Le nuove regole sui takeover introdotte dalla Consob in maggio “danno agli investitori di minoranza più potere” e allineano l’Italia a Paesi come il Regno Unito, osserva l’articolo, facendo notare che il controllo di Telecom Italia è passato di mano tre volte dal 1999 senza che l’acquirente dovesse fare un’offerta pubblica d’acquisto rivolta a tutti gli azionisti.
Con le nuove regole – spiega la Bloomberg – gli azionisti di minoranza devono decidere se dare l’esenzione dall’obbligo di Opa totale, previsto quando un investitore raggiunge il 30%. In precedenza, era la Consob a decidere sull’esenzione e tutti gli azionisti dovevano poi votare sulla sua decisione.
Mediaset propone la fusione del ramo d’azienda delle torri di broadcasting di Elettronica Industriale in Dmt, valutando la nuova entità a circa 420 milioni di euro. Mediaset avrebbe così almeno il 60% di Dmt, “controllando più di un terzo del business italiano delle torri di broadcasting televisivo”.
Un ruolo chiave potrebbero averlo, secondo la Bloomberg, tre investitori: Lazard Asset Management, Permian Investment Partners e Octavian Advisors LP, che insieme hanno circa il 21% di Dmt. Il principale azionista di Dmt è Alessandro Falciai, “che desidera cedere il controllo”.
Un portavoce Dmt – prosegue l’agenzia – ha detto che un’assemblea degli azionisti per decidere se dare l’esenzione dall’Opa è stata provvisoriamente messa in calendario per ottobre.
Mediaset possiede circa 1700 torri, strutture progettate per locatari che usano diverse tecnologie, tra cui il broadcasting televisivo e i servizi wireless, con una copertura del 96% del territorio nazionale.
Dmt ha 1500 torri su cui ospita segnali per operatori Tv, radio e di telefonia mobile. Mediaset era l’anno scorso il maggior cliente di Dmt (13% delle vendite) poiché la tv rappresentava circa la metà del fatturato. Tra gli operatori telefonici, Telecom Italia, Wind e Vodafone rappresentavano insieme circa il 32% del fatturato Dmt.
C’è inquietudine per il rischio di monopolio: con il controllo di Dmt, osserva un analista citato da Bloomberg, Mediaset potrebbe alzare “sostanzialmente” il costo d’ingresso di ogni potenziale concorrente nel business del digitale terrestre.
I rivali di Mediaset, e in particolare Telecom Italia, hanno espresso preoccupazione per l’impatto dell’operazione sul mercato di broadcasting. Secondo un analista di Unicredit, Giovanni D’Amico, la nuova società integrata potrebbe controllare circa il 40% delle torri di broadcasting in Italia.
La Bloomberg rimarca che Berlusconi di fatto, come capo del governo, controlla l’emittente pubblica Rai e che Mediaset domina il
mercato televisivo privato in chiaro, controllando circa il 90% dei telespettatori.
L’operazione Mediaset-Dmt preoccupa tra gli altri Elio Lannutti, presidente di Adusbef e senatore dell’Idv: “Questo affare – avverte – aumenterebbe il dominio di Berlusconi sull’industria televisiva italiana, con il rischio di monopolio”. (Sole 24 ore)