IL MEA CULPA DELL’EX CEO DELLA GOOGLE: “HO SBAGLIATO A NON PUNTARE SUI SOCIAL NETWORK”

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Forse l’unico rimpianto per Mountain View è di non aver intuito da subito l’enorme potenzialità dei social media ora appannaggio di pochi leader del settore che hanno stretto alleanze strategiche come quella tra Facebook e il motore di ricerca Bing della Microsoft.
Il mea culpa del Presidente esecutivo di Google, Eric Schmidt, è stato l’exploit d’apertura della conferenza D9 sull’Hi-Tech organizzata dal sito di informazione All Things Digital. “Ovviamente sono consapevole che avrei dovuto fare qualcosa e non l’ho fatto”, aggiunge l’ex Ceo. Un’ammissione che ha del sorprendente specie se a farla è il numero uno del search engine più quotato, parole che divengono sbalorditive all’atto di riconoscere la grandezza dei propri rivali e cioè Facebook, Apple ed Amazon: “Non ci sono mai state quattro società con una crescita di tale portata complessiva sia in termini di clientela che di cash flow, penetrazione, partnership”. Un quadrumvirato che supera attualmente i 500milardi di dollari. Eppure a sopperire all’ “amarezza” ci pensa la progettualità dato che l’offerta di Google prevede già l’integrazione di funzionalità all’insegna del social, a partire dal lancio del tasto “+1” in grado di personalizzare le ricerche online degli utenti. E quanto alle nuove tecnologie Schmidt si affretta a ribadire l’accordo rinnovato con la Apple, per mettere a tacere le voci che avevano sussurrato l’abbandono da parte di Cupertino del sistema di mappatura e ricerca della Google per i propri dispositivi iPhone. Ma nonostante l’apparente comunione di intenti, la Mela non perde tempo avendo, a quanto pare, in cantiere la realizzazione di servizi di localizzazione sull’impronta di Google Maps. Incombe infatti da marzo il fantasma di un potenziale software, Maps iOS Application Developer, volto al miglioramento dei servizi offerti dalla Apple in questo settore e chissà che non inauguri una svolta, in senso proprietario, dell’azienda, andando a rinfoltire la concorrenza in un ambito dove Google la fa in parte da padrona.
Manuela Avino

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