DL OMNIBUS/ VIA LIBERA DEFINITIVO ALLA CAMERA

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Via libera definitivo dalla Camera al cosiddetto decreto omnibus (n. 34 del 2011) che viene convertito in legge senza alcuna modifica. Sono stati respinti tutti i numerosi emendamenti, anche bipartisan, presentati in materia di editoria, in particolar modo quelli che cercavano di rendere più “sostanzioso” l’indennizzo a favore delle tv locali che dovranno liberare le frequenze digitali da cedere, attraverso l’asta, agli operatori dei servizi mobili in banda larga. Probabilmente gli stessi emendamenti avrebbero avuto esito diverso se solo il Governo non avesse posto la questione di fiducia, imponendo una versione del provvedimento identica a quella licenziata dal Senato. L’unica nota positiva riguarda l’approvazione degli ordini del giorno. Ma resta da vedere quanto questo possa valere per un Governo che sta lasciando morire settori, come quello dell’editoria, importanti sia per l’indotto economico sia per il dibattito democratico.
In materia di stampa e televisione, il decreto proroga al 31 dicembre 2012 la normativa anti-concentrazione scaduta il 31 marzo 2011, modificandone i presupposti. La nuova norma vieta ai soggetti che esercitano l’attività televisiva in ambito nazionale, su qualunque piattaforma, che hanno conseguito ricavi superiori all’8% del valore economico del Sistema integrato delle comunicazioni (SIC), di acquisire partecipazioni in imprese editrici di giornali quotidiani o partecipare alla costituzione di nuove imprese editrici di giornali quotidiani, fatta eccezione per i giornali quotidiani diffusi unicamente in modalità elettronica.
Viene differito al 30 settembre 2011 il termine per stabilire il calendario definitivo per la transizione alla trasmissione televisiva digitale terrestre e anticipato al 30 giugno 2012 il termine per l’assegnazione definitiva dei diritti di uso relativi alle frequenze radiotelevisive. Viene dettata una nuova disciplina di assegnazione delle frequenze radiotelevisive, anche in riferimento alla gara per i servizi di comunicazione elettronica mobili in larga banda. Il testo fissa il risarcimento alle tv locali per l’esproprio delle risorse frequenziali pari al 10% del ricavato dell’asta. Tenendo conto che le emittenti sono circa 200 e che il Governo conta di ricavare dall’asta 240 milioni, alle tv andrebbero 1,5 milioni di euro a fronte delle spese di 5-6 milioni di euro sostenute per il passaggio al digitale terrestre. Una situazione che costringerà le emittenti locali a fare bloccare l’asta con un ricorso al TAR.
Antonietta Gallo

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