TUTTI I DISASTRI DEL TG1. COSÌ L’INFORMAZIONE È DIVENTATA EMERGENZA (L’UNITÀ)

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“Se l’informazione nutre e alimenta la democrazia, in Italia siamo in un’emergenza vera e propria”. Sono le parole conclusive dell’analisi che Sandra Zampa propone, oggi, sull’Unità, passando in rassegna contenuti e tecniche del Tg1 della Rai.
L’analisi parte dal caso recentissimo che ha riguardato la Libia, Gheddafi e la qualità della relazione del governo in carica con il dittatore libico. Al Tg1 si è ripescata un’intervista di Giovanni Minoli al leader libico che dice: Prodi ci ha aiutati, è un amico. Del tutto ignorata l’intervista allo stesso Prodi pubblicata dal Corriere della Sera proprio nel giorno in cui il servizio televisivo veniva confezionato, laddove si spiegava all’intervistatore che “amico” o “fratello” sono espressioni di cortesia comunemente usate nel mondo arabo.
Il Tg1 di Minzolini censura o nascoste in poche righe le notizie diffuse da Istat, Eurispes, Ocse e anche Caritas che evidenziano il peso della crisi economica. Spariscono le notizie sulla condizione degli anziani, ma va in onda il servizio sulla consegna della dentiera all’anziana signora dell’Aquila per mano di Berlusconi. Censurate le proteste degli aquilani contro il Tg1.
Il 3 ottobre 2009 si tiene la manifestazione per la libertà di stampa: la manifestazione è presentata come di parte, contro Berlusconi e va in onda un editoriale di Minzolini a commento.
Il 9 novembre arriva la richiesta di arresto per Cosentino: va in onda un editoriale di Minzolini per illustrare la necessità del ritorno all’immunità parlamentare.
Il calendario della disinformazione conosce il 26 febbraio 2010 un record con Milis che risulta assolto dal reato di corruzione che invece è prescritto. 200mila spettatori protestano su Facebook contro il Tg1.
Interessante il confronto tra il numero di notizie sul caso Verdini e quello sulla casa a Montecarlo di Fini. Ma c’è da citare anche il servizio del 31 agosto sulle contestazioni a Dell’Utri, in cui ci si guarda bene dal fornire spiegazioni sulle ragioni delle stesse.
L’8 settembre, il servizio sulle contestazioni a Bonanni, il segretario Cisl alla festa del Pd di Torino. Il servizio non dice che a contestare non sono i democratici, ma esponenti dei centri sociali.
Il 14 dicembre è il giorno della sfiducia a Berlusconi. A una cronista viene tolto il pezzo, già assegnato, a conclusione di uno scontro con la direzione sulla messa in onda della notizia che due delle tre donne gravide arrivate con fatica a votare erano finiane.
Per più di un mese, ogni sera, va in onda sul Tg delle 20 un servizio sul 41bis, con l’obiettivo di dimostrare che nel centrosinistra (Mancino, Conso, Ciampi) si è trattato con la mafia e alleggerito il carcere duro ai mafiosi.
La manifestazione delle donne del 13 febbraio è relegata quasi a metà giornale, per la durata di 1 minuto e 15 secondi. Gli altri Tg ci aprono.
Il 1 marzo ci sono da affrontare le polemiche sulla scuola pubblica innescate dalle parole del Cavaliere: si censura il cardinal Bagnasco e non si da notizia del sit-in del Pd davanti a Palazzo Chigi.
Possiamo dire ancora che questa informazione ci informa?

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