Fnsi va alla lotta per il rinnovo del contratto nazionale

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Alessandra Costante

La Fnsi è pronta alle barricate per il rinnovo del contratto nazionale dei giornalisti epperò il calendario delle proteste per il 2025 è già fitto. E partirà con un sit-in sotto il ministero della Giustizia “perché mi attendo non bavagli, ma una risposta sull’equo compenso”. La segretaria generale del sindacato Alessandra Costante, da Oristano dove ha partecipato ieri agli Stati generali dell’informazione in Sardegna, suona la carica: “L’innovazione non si blocca, però va governata: ogni processo di IA deve passare dai giornalisti. Dove viene applicata prima deve esserci una discussione tra azienda e giornalisti. Il 35 per cento dei nostri posti di lavoro potrebbe essere toccato dall’intelligenza artificiale: i Cdr devono chiedere agli editori quali ricadute possono esserci con la sua introduzione. Veniamo da una mancata rivoluzione come quella del web, quando gli editori decisero di regalare il nostro lavoro mettendolo gratis su internet. Ora non possiamo permetterci errori così”.

Proprio agli editori Costante tende la mano: “Dobbiamo chiedere di regolare l’intelligenza artificiale insieme a noi. Il giornale è fatto dagli esseri umani e l’IA deve essere al servizio dei giornalisti. Non è possibile che ci siano accordi segreti sull’intelligenza artificiale. Servono regole certe e un protocollo su questi punti”. Ma sul banco c’è il tema del rinnovo contrattuale e la trattativa con Fieg si preannuncia non delle più facili: “L’aumento contrattuale è una condizione per avere il rinnovo. Ma il contratto significa anche immaginare il futuro, dare speranza alla categoria e tenerla insieme. Oggi siamo meno, ci siamo impoveriti, siamo più anziani. Con il nostro contratto, però, attraverso il fondo di perequazione, riusciamo ad assicurare un’opera di solidarietà nei confronti dei pensionati più poveri e degli articoli 2 e 12. Per questo è importante rinnovare il contratto”. Che dovrà includere le nuove figure professionali, quelle che operano nel digitale. E quindi un appello forte alle istituzioni e alla politica: “Deve dirci se l’articolo 21 della Costituzione è ancora valido e deve mettere mano al portafogli. L’articolo 21 è importante – ha concluso la segretaria generale – ma non posso disgiungerlo dall’articolo 36 che dice che chi lavora deve avere una retribuzione dignitosa. Oggi per molti giornalisti non è così. È una vergogna che l’Italia deve sanare. Come sindacato abbiamo cercato per anni di abolire la figura del co.co.co. I governi non ci hanno mai risposto”.

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