“Un fondo nazionale per sostenere le librerie”

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Un fondo nazionale per sostenere le librerie. La proposta è arrivata da Ali-Confcommercio. L’iniziativa punta alla tutela dei negozi fisici dove si vendono libri e, quindi, si fa cultura. Per tentare di mettere un freno non solo, e non tanto, alle vendite online quanto per restituire alle città spazi fisici, e non solo digitali, dove la cultura possa essere vissuta, respirata. Insomma, per ridare alle città, specialmente quelle turistiche, posti per resistere alla pizzettizzazione dei centri storici.

La proposta di Paolo Ambrosini, presidente Ali Confcommercio, si basa sui dati di una ricerca da cui scaturiscono “molti spunti di analisi e riflessione”. “Gli italiani – dichiara Ambrosini – scelgono di acquistare libri sia nei negozi fisici che online molto di più di quanto avviene in altri Paesi e scelgono le librerie fisiche perché in esse trovano quell’atmosfera data non solo dal luogo, ma anche da chi vi lavora: è quanto emerge da una ricerca sugli stili di acquisto dei lettori realizzata da Eibf, l’associazione internazionale delle librerie di cui Ali-Confcommercio è socia per l’Italia. Questa indagine, la prima realizzata nel nostro settore con un panel di 19 Paesi – afferma Paolo Ambrosini, presidente di Ali-Confcommercio – ci offre molti spunti di analisi e riflessione”. Quali? Eccoli: “Emerge, in particolare che le nostre librerie sono dei luoghi in cui gli italiani trovano non solo i libri, ma anche e soprattutto competenza e atmosfera. Lavorare come associazione in modo da dare alle nostre imprese strumenti per investire nel rinnovo dei locali e nella formazione dei propri collaboratori è per noi centrale”.

Pertanto la richiesta di Ali Confcommercio appare conseguenziale: “Per questo stiamo chiedendo alle istituzioni che venga aperto un fondo di rotazione nazionale per apertura e rinnovo delle librerie, mentre a livello europeo abbiamo proposto la creazione di una scuola librai comune per la formazione continua. Essere parte e sostenere Eibf ci permette di aprire lo sguardo e l’orizzonte oltre le mura domestiche e avviare anche una strategia della rappresentanza che sappia anticipare processi già in atto in altre parti del mondo”.

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