L’Espresso, l’editore replica: “La verità sul cambio di direzione”

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A L’Espresso si preannuncia un duro braccio di ferro tra i giornalisti e l’editore che rifiuta le accuse rivolte e rilancia le sue ragioni in una nota in cui fa chiarezza rispetto alle parole e all’iniziativa della redazione e dei giornalisti del settimanale. E rilancia.

“La società L’ Espresso Media S.p.A. ha appreso la volontà dell’Assemblea dei giornalisti di proclamare un giorno di astensione dal lavoro adducendo come motivazione il terzo cambio di direttore in meno di un anno”, inizia così la nota dell’editore che, su questo tema, aggiunge: “In ragione di ciò, l’Editore ritiene doveroso precisare che l’unico cambio di Direzione è intervenuto nel gennaio 2024 a causa delle dimissioni volontarie rassegnate da Alessandro Mauro Rossi”.

Poi l’editore entra nel merito del caso e non lesina interventi a gamba tesa: “Con riferimento al secondo cambio che ha riguardato il (vice) direttore Enrico Bellavia, è opportuno precisare che lo stesso è stato chiamato – con nomina di sei mesi – a traghettare il settimanale verso un nuovo modello editoriale, al fine anche di agevolare un consistente risanamento economico della testata rilevata a dicembre 2023”.

E per ciò, spiegano ancora i dirigenti della società, una volta compiuta la missione, baci, abbracci e amici come prima: “Completata questa fase – prosegue l’editore -, nel ringraziare, nuovamente, Enrico Bellavia per quanto sino ad ora svolto e nel pieno delle facoltà previste dalla legge, la società ha individuato in Emilio Carelli la figura più adatta a ricoprire il ruolo di direttore; con la certezza che quest’ultimo possa attuare appieno la linea editoriale”.

Ribadito ciò, l’editore passa al contrattacco: “L’Espresso Media respinge inoltre fermamente qualsiasi accusa di intromissione da parte dell’Azienda sul contenuto degli articoli ed invita, a tal uopo, il Comitato di Redazione a un incontro chiarificatore con lo spirito costruttivo, di collaborazione e trasparenza che ha finora improntato il rapporto professionale”.

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