Ci siamo, il dossier legato alle prospettive dell’intelligenza artificiale nei giornali è arrivato sul tavolo di Giorgia Meloni. Lo ha annunciato il sottosegretario alla presidenza del consiglio dei ministri con delega all’editoria Alberto Barachini. Che, in una nota, ha spiegato: “Dopo mesi di lavoro si è conclusa la prima fase di studio della Commissione IA per l’Informazione. Ieri ho consegnato la relazione al Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, a supporto della strategia del Governo per il G7 a presidenza italiana e del disegno di legge annunciato oggi dal premier sull’intelligenza artificiale, che conterrà alcune delle proposte della commissione guidata da Padre Benanti”.
Intanto il governo ha scoperto le carte. Vuole una “via italiana” all’intelligenza artificiale. E lo farà mettendo sul banco l’impegno a una regolamentazione serrata dell’algoritmo e un pacchetto di investimenti miliardario. Il sottosegretario all’innovazione Alessio Butti ha spiegato: “L’Ai è promettente e piena di possibilità di trasformazione. Dobbiamo guardare al futuro, a questo futuro, con ottimismo. Dobbiamo far sì che lo sviluppo, l’uso e la gestione dell’Ia avvantaggi la società, rispetti i diritti individuali e si allinei con i valori umani”. In ciò ha confermato la visione della premier Meloni che, in un videomessaggio, aveva spiegato di ritenere fondamentale che l’intelligenza artificiale venisse inquadrata come strumento e non come fine: “È una tecnologia che può sprigionare tutto il suo potenziale positivo solo se il suo sviluppo si muoverà in un perimetro di regole etiche che mettano al centro la persona, i suoi diritti e i suoi bisogni”. Butti, annunciando un fondo da 800 milioni pronto a partire quasi da subito (“entro quindici giorni”) ha affermato inoltre che: “Abbracciando la collaborazione, la comunicazione aperta e l’impegno per i principi etici, possiamo sfruttare il potere dell’Ia per creare un futuro migliore, più equo e più sostenibile per tutti. Mi auguro che l’intero nostro confronto vada in questa direzione, non per porre freni, ma per contribuire ad imboccare la giusta direzione”.
Finora, però, le notizie per l’informazione e l’intelligenza artificiale appaiono sconfortanti. Colpa dell’uso che ne ha fatto l’editore della Bild che, approfittando dell’algoritmo, è riuscito a tagliare centinaia di posti di lavoro.