I dipendenti Rai hanno eletto il loro consigliere d’amministrazione: è Davide Di Pietro. A fronte di un’affluenza che ha sfiorato il 58% degli aventi diritto, Di Pietro ha ottenuto 2.373 preferenze. Più del doppio di quelle riportate dall’avversario più prossimo, Fabio Spadoni (rappresentante di Libersind) che ne ha ottenute poco più di mille, per la precisione 1.016. Ancora più staccato Lorenzo Mucci, responsabile della sede Rai di Pescara, che si è fermato poco prima della soglia dei 900 voti, ottenendone 895. Più lontani gli altri candidati. Riccardo Orfei ha ottenuto 735 voti, Palma Marino Airone si è fermata a 633 suffragi e Angela Calderone ne ha ottenuti 552. Non hanno espresso alcuna preferenza 279 elettori che hanno deposto nell’urna una scheda bianca.
Davide Di Pietro è esponente del sindacato Snater, l’ex sindacato nazionale autonomo dei tecnici Rai, sull’agone dall’ormai lontano 1957, che dagli anni ’80 è diventato il sindacato nazionale autonomo telecomunicazioni, radiotelevisioni, società consociate di pubblicità e spettacolo. Uno switch che ha consentito alla sigla di allargarsi, dopo via Mazzini, alla tutela dei lavoratori dell’intero comparto delle Tlc. Di Pietro, inoltre, è vicepresidente di Rai Bene Comune-IndigneRai. E questo è un elemento di continuità tra il nuovo esponente del Cda e il suo predecessore, Riccardo Laganà, scomparso ad agosto scorso. Anche quest’ultimo, infatti, faceva parte di questa associazione.