“Basta editoriali in radio”, Usigrai contro la Chirico

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Continua la guerra senza quartiere tra l’Usigrai e i colleghi di Radio Uno. Il comitato di redazione della radio, insieme all’esecutivo del sindacato dei giornalisti di viale Mazzini, ha diramato una nota durissima contro i conduttori, “colpevoli” di pronunciare troppi editoriali mettendo, così, in dubbio la terzietà della radio del servizio pubblico. Nel mirino dei giornalisti è finita innanzitutto Annalisa Chirico, nominata direttamente nel documento pubblicato qualche ora fa da Cdr Radio Rai e dall’Esecutivo Usigrai. “Il ruolo di chi fa giornalismo per il servizio pubblico dovrebbe essere sempre e comunque improntato alla massima imparzialità, nel rispetto delle opinioni di tutti. La Rai è appunto la casa di tutti e tutti devono sentirsi rappresentati. Invece, ancora una volta, professionisti esterni, contrattualizzati con l’avvio del nuovo palinsesto di Radio1, non rispettano le più basilari regole di imparzialità, rivendicando il diritto a schierarsi con propri editoriali di parte – l’ultimo sullo sciopero del 17- che minano la terzietà del Servizio Pubblico. Per questo, il Cdr del Giornale Radio Rai e l’Esecutivo Usigrai, a tutela del servizio pubblico, sempre nel rispetto delle ascoltatrici e degli ascoltatori, condannano e prendono le distanze da quanto accaduto a Ping Pong, programma condotto da Annalisa Chirico”.

Ma non basta: “Non è il primo episodio – si legge ancora nel documento licenziato dal comitato di redazione di Radio Rai e dai colleghi dell’esecutivo dell’Usigrai – visto che due giorni fa è successa la stessa cosa, sempre sul tema degli scioperi, con Marcello Foa, e per questo abbiamo deciso di intervenire. Stupisce che editoriali vengano affidati a giornaliste e giornalisti esterni. Chiediamo al direttore se quell’editoriale rappresenti la linea della testata, caso contrario, di prenderne le distanze e chiarire ruoli e competenze. Il pluralismo non si garantisce solo con il bilancino degli ospiti, ma con conduttori equilibrati e imparziali”.

Lo scontro non è, dunque, una novità. Anzi, sta rappresentando una costante di questi mesi.

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