Rassegne stampa pirata, scende in campo il sottosegretario Alberto Barachini. L’esponente del governo Meloni ha scritto direttamente all’Agcom per chiedere di stoppare le attività illegali di una piattaforma che ogni giorno “informa” (a spese degli editori, dei giornalisti, degli edicolanti e di un’intera filiera in crisi) centinaia e centinaia di persone. La questione delle rassegne stampa pirata non è nuova ma l’impegno diretto del sottosegretario Barachini sembra scrivere una pagina diversa sul fenomeno. Di impegno e di condanna.
Barachini, in una nota ufficiale diramata dal governo, ha tuonato: “Ho segnalato all’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni la diffusione illegale delle edizioni digitali dei maggiori quotidiani da parte di un privato che veicola attraverso un’applicazione di messaggistica istantanea una rassegna stampa abusiva a una media di 700 utenti al giorno”. Manco a dirlo, statene pur certi. L’app di messaggistica istantanea a cui fa riferimento Barachini è l’ormai famigerata Telegram, una piattaforma che in questi anni sta facendo le fortune dei pirati. Che, ben al di là di praticare la gratuità a cui dicono di ispirarsi in una sorta di “esproprio digitale” del lavoro degli altri, fanno soldi con pubblicità, coupon, donazioni e, in troppi casi, con delle vere e proprie truffe.
Barachini ha chiesto all’Agcom “come già avvenuto meritoriamente in precedenti casi analoghi, anche acquisendo elementi dai titolari dei diritti”. Insomma, anche il governo si schiera contro i pirati delle rassegne stampa che su Telegram rubano il lavoro degli altri. Mettendo in ambasce decine e decine di realtà economiche che potrebbero utilizzare quel denaro che, invece, perdono a causa delle condivisioni illegali per far crescere l’intera filiera.