Via alla riforma per le agenzie di stampa, c’è il comitato. Ieri è arrivato l’annuncio da parte del sottosegretario alla presidenza del consiglio dei ministri con delega all’editoria, Alberto Barachini. Che ha istituito un comitato ad hoc che coadiuverà il dipartimento per l’informazione e l’editoria nella redazione dei contratti e nella scelta dei servizi di stampa primari. Il sottosegretario Barachini ha dichiarato: “Come annunciato stiamo procedendo alla riforma dei criteri per l’acquisizione dei servizi di informazione primaria”. Il Comitato dovrà procedere a formulare “proposta contenente gli elementi necessari ad individuare le agenzie di stampa di rilevanza nazionale”. E che dovrà ricomprendere “i criteri e i parametri per la definizione del fabbisogno e del corrispettivo dei servizi acquisiti con l’utilizzo della procedura negoziata”.
Del Comitato, stando a quanto ha comunicato lo stesso dipartimento dell’editoria e dell’informazione, faranno parte: Niccolò Abriani, professore ordinario di diritto commerciale; da Mario Calabresi, direttore di Chora Media; da Giulia Ferrari, magistrato del Consiglio di Stato e da Lorenzo Saltari, professore ordinario di diritto pubblico. Presidente sarà Sabino Cassese, giudice emerito della Corte costituzionale. Ai componenti non spettano compensi, gettoni di presenza, rimborsi spese o altri emolumenti comunque denominati.
La procedura, dunque, sarà avviata a breve. Sul tema delle agenzie di stampa, il governo e nello specifico il sottosegretario Barachini, ha già pronunciato parole chiarissime. “Per quanto attiene, invece, al clima generale di incertezza a cui lei faceva riferimento, il Governo – aveva spiegato Barachini nelle scorse settimane – è fortemente convinto dell’esigenza imprescindibile di intervenire nel comparto delle Agenzie di Stampa, proprio al fine di superare l’incertezza generata dalle proroghe e di prospettare agli operatori del settore uno scenario di regole chiare e risorse stabili, nell’ambito del quale siano garantiti i principi di rilevanza costituzionale relativi alla qualità e al pluralismo dell’informazione e al tempo stesso siano tutelati i livelli occupazionali”.