Critica il governo: sospeso Lineker, Bbc nella bufera

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Tira davvero una brutta aria alla Bbc. Per fortuna che, almeno in Gran Bretagna, gli anticorpi ci sono. La Bbc sospende l’ex calciatore Gary Lineker, attualmente commentatore sportivo di punta dell’emittente, per un twet durissimo contro il governo di Rishi Sunak. I colleghi inscenano uno sciopero mai visto prima sui campi di Premier League. Con l’appoggio delle società che hanno sollevato i loro tesserati dall’obbligo di rilasciare interviste. In pratica, tutte le squadre in silenzio stampa, nessun giornalista al lavoro. Risultato, inedito: il campionato inglese, sulla Bbc, va in onda solo per venti minuti di immagini senza nemmeno commento. Un fatto mai visto prima.

La questione è legata alle sanzioni che l’emittente britannica ha preso nei confronti di Lineker. Che, sui social, aveva bollato come nazistoidi le nuove leggi sull’immigrazione proposte dal governo conservatore di Sunak. Apriti cielo. La Bbc ha sospeso l’ex calciatore, autentico mattatore del calcio inglese. La decisione anche sulla spinta delle polemiche sollevate da parte Tory dopo le parole pesanti di Lineker. La tv britannica ha rimproverato al suo uomo sportivo di punta di aver mancato il primo dovere del giornalista inglese, cioè quello di essere sopra le parti. L’ex calciatore ha risposto aprendo i cannoni: ha riferito di non essere un dipendente interno e, pertanto, libero di esprimere le sue opinioni ovunque lui voglia.

In solidarietà con Lineker tutti i giornalisti sportivi della Bbc si sono astenuti dal lavoro. Non è andata in onda “Match of the Day”, il programma storico del calcio oltremanica. Il palinsesto della rete è stato letteralmente stravolto. Il capo della Bbc Tim Davie si è scusato. Non per la sospensione a Lineker ma per i disagi di sabato nella programmazione. E ha ribadito la volontà di non volersi dimettere dopo “un giorno difficile”.

Ma l’ex dg Bbc Greg Dyke ha sganciato una bomba che avrà conseguenze. Ha dichiarato, infatti, che la rete avrebbe palesemente ceduto alle richieste del governo. Minando, alla base, la sua stessa credibilità. Un gran bel pasticcio. Dal quale non esce nessun vincitore.

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