La pubblica amministrazione diventa più efficiente grazie all’innovazione digitale ma ora si rende necessario mettere in sicurezza l’apparato pubblico. «La più grande azienda italiana ha infatti compiuto notevoli progressi sulla strada della modernizzazione tecnologica per essere più accessibile ed efficiente per il Sistema Paese ma emerge forte la necessità di una riflessione sull’affidabilità complessiva del suo sistema informatico, che presenta dei rischi». È il presidente del Cnipa, Livio Zoffoli, a porre l’esigenza di mettere in sicurezza l’apparato pubblico nell’annuale relazione sul processo di trasformazione digitale nel 2006 della burocrazia pubblica.
Un complesso processo, quello in atto che presenta luci ed ombre: «L’informatizzazione della Pa ha fatto passi da gigante tanto che l’Italia si colloca ben sopra la media europea in materia di disponibilità di servizi pubblici in rete, con una crescita di 9 punti in due anni, mentre l’offerta si presenta ancora disomogenea in termini di qualità e completezza», ha commentato Zoffoli.
Ma ha anche sottolineato che «lo sviluppo di questi sistemi è stato caratterizzato negli anni da approcci differenti, generalmente autonomi nelle scelte e nelle modalità di realizzazione». Ogni amministrazione, ha osservato il presidente del centro nazionale per l’informatica nella pubblica amministrazione, «ha privilegiato la ricerca di una risposta, quale che sia, alle pressanti esigenze di miglioramento rispetto alla necessità di una visione prospettica». Uno sviluppo addirittura «impetuoso» ma che non ha messo in atto, «se non in casi molto specifici, i necessari elementi di robustezza e stabilità».