PERQUISIZIONE A “REPUBBLICA”. IL CDR: “FATTO GRAVE”

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Il Comitato di redazione di La Repubblica giudica grave l’episodio avvenuto mercoledì, da quando “cinque agenti della polizia giudiziaria della procura di Torino, su mandato del procuratore capo Gian Carlo Caselli, sono arrivati nelle sede della redazione sequestrando computer d’ufficio, telefoni cellulari (anche quello personale) e bloc notes” al giornalista Diego Longhin. Inoltre “si sono recati nella sua abitazione sequestrandogli anche il pc personale oltre altri documenti personali. Il motivo? Non aver rivelato la fonte (accuratamente verificata e giudicata attendibile) su un’inchiesta della procura su uno scandalo che riguarda i vigili urbani di Torino”.
“Il Cdr di Repubblica, oltre ad esprimere la più ampia solidarietà al collega con l’impegno di tutelarlo in tutte le sedi e i modi opportuni – spiega la rappresentanza sindacale in una nota – denuncia questo nuovo atto di intimidazione nei confronti di un giornalista, ‘colpevole’ di aver svolto correttamente il proprio lavoro, con il solo scopo di informare i lettori e nel rispetto della legge professionale che tutela le proprie fonti”.

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