È giunta quasi alla resa dei conti la battaglia tra il presidente francese Nicolas Sarkozy e il popolo del libero download. Fallito il primo tentativo con una legge giudicata incostituzionale perché dava il potere ad una istituzione amministrativa (Hadopi) di negare l’accesso a Internet senza un provvedimento della magistratura, l’Eliseo ci riprova con l’Hadopi II. Nella nuova versione viene affidato all’autorità amministrativa l’onere delle indagini mentre l’autorità giudiziaria sarà incaricata di svolgere il ruolo sanzionatorio. In pratica, l’Hadopi segnalerà l’avvenuta violazione ad un giudice, quest’ultimo potrà valutare il caso e potrà procedere con sanzioni fino a 300 mila euro e con penali fino a 2 anni di detenzione. La versione definitiva della legge sarà votata a settembre.
Il problema di come contemperare il diritto degli autori a ricevere un compenso per lo sfruttamento delle loro opere e il dritto al libero utilizzo di Internet da parte dei cittadini del mondo è un problema che tutti gli Stati, non solo la Francia, saranno costretti ad affrontare, nel breve periodo. E se l’indirizzo dell’Unione europea sembra andare verso il riconoscimento della connessione ad Internet quale diritto fondamentale della persona, i primi passi dei governi europei vanno in direzione opposta.
E’ recente la notizia di una proposta avanzata dal governo britannico per cui l’autorità garante per le comunicazioni (Ofcom) chiederà ai provider di compilare una lista dei computer che vengono utilizzati con regolarità per scaricare file illegali. A queste persone verrà inviata una lettera di avvertimento e se continueranno a scaricare file, si vedranno rallentata, o tagliata del tutto, la propria connessione Internet. Le multe, che potranno arrivare fino a 50.000 sterline, verranno utilizzate solo nei casi più gravi.
Anche l’Olanda si è occupata di difesa del copyright con la presentazione di un progetto di legge. Lo ha annunciato la Commissione giustizia della Camera olandese: gli autori della proposta sono di quattro schieramenti politici diversi (i cristiano-democratici del premier Jan Peter Balkenende, i laburisti del PvdA, i socialisti e i liberali conservatori del Vvd). Il governo vorrebbe, in questo modo, introdurre, in Olanda, la punibilità del download illegale. Data la fase iniziale del progetto, comunque, non sono ancora state definite le sanzioni che verranno applicate.
Il 18 giugno, la Camera dei deputati tedesca ha licenziato un provvedimento che limita l’accesso ad Internet. Hanno votato a favore 389 deputati, 128 sono stati i contrari, 18 gli astenuti. D’ora in poi, cliccando su un sito bloccato apparirà il segnale di stop, ma non è prevista alcuna sanzione. L’elenco delle pagine vietate sarà predisposto dal dipartimento federale contro il crimine, valutato da una commissione indipendente formata da cinque persone e consegnato ai provider. La legge ha una durata provvisoria di tre anni.
E in Italia? Anche il nostro governo sta cercando di introdurre misure limitative del download illegale attraverso una proposta di legge attualmente in discussione e che vanta – logicamente – il sostegno di tutte le associazioni italiane di editori librari, musicali, di produttori audiovisivi e discografici. Nel commentare la legge francese, il presidente di Fimi e Fpm (Federazione industria musicale italiana e Federazione contro la pirateria musicale), Enzo Mazza ha affermato che “il progetto di legge francese persegue un obiettivo che è di interesse generale, universale: quello di proteggere il patrimonio culturale e morale di tutti i produttori”.
Fabiana Cammarano