La Federazione nazionale della Stampa alza l’attenzione sul tema della riforma delle leggi in materia di diffamazione. E lo ha fatto in una nota in cui ha paventato il rischio di una sorta di “annacquamento” della riforma affermando che sarebbe tornato in azione il “partito degli imbavagliatori”.
Nel documento firmato dal segretario Raffaele Lorusso e dal presidente Beppe Giulietti la denuncia: “L’esame in aula al Senato dei ddl sulle liti temerarie e la riforma della diffamazione a mezzo stampa, rischia di trasformarsi in una beffa per i giornalisti. Le riforme, il cui obiettivo è quello di sanzionare chi promuove azioni giudiziarie temerarie contro i giornalisti e cancellare il carcere per i cronisti, rischiano di esserlo soltanto di facciata. Nelle ultime ore, infatti, ha ripreso corpo quel partito trasversale agli schieramenti che punta a imbavagliare i giornalisti e gli organi di informazione”.
Quindi hanno spiegato: “Anche fra le forze di maggioranza c’è chi sta lavorando alacremente per ridurre al minimo le sanzioni contro chi, attraverso querele e richieste di risarcimento danni, punta a impedire ai giornalisti di fare il loro lavoro, stravolgendo il senso della proposta presentata dal senatore Primo Di Nicola. Allo stesso tempo, si aumentano le sanzioni pecuniarie a carico di giornalisti ed editori in caso di diffamazione. La volontà di colpire giornalisti e organi di stampa è palese”.
Infine l’impegno di Fnsi: “Se c’è qualcuno, anche nella maggioranza di governo, che spera di far passare sotto silenzio quello che è un chiaro attacco al diritto di cronaca, approfittando dell’emergenza sanitaria, si sbaglia. Qualsiasi colpo di mano troverà, anche in questa fase, una ferma presa di posizione”.