“Con il recente provvedimento “Cura Italia” (decreto legge 17 marzo 2020, n. 18) il Governo, per fronteggiare le ripercussioni sul piano economico della situazione di emergenza determinata dalla diffusione dell’infezione da Covid-19, ha adottato una serie di iniziative volte a rafforzare l’organizzazione del sistema sanitario e a fornire sostegno al tessuto imprenditoriale, lavorativo e produttivo del Paese”. Lo ha annunciato l’Inpgi sul suo blog, dove ha diffusamente svelato le misure a protezione del reddito dei giornalisti.
“Con il Decreto interministeriale (Lavoro e Economia) del 28 marzo 2020, in attesa di pubblicazione, l’esecutivo – all’esito di un serrato confronto istituzionale con l’Adepp, l’associazione che rappresenta gli Enti di Previdenza Privatizzati – ha dato attuazione alle previsioni contenute nell’art 44, comma 2, del predetto Decreto, con il quale è stato costituito un fondo, di importo pari a 300 milioni di euro, destinato ad erogare un sostegno economico “di ultima istanza” per quei lavoratori dipendenti o autonomi, ivi compresi quelli iscritti agli enti e casse previdenziali dei professionisti, che – pur avendo subito conseguenze economiche negative sulla loro attività in conseguenza della situazione di emergenza derivante dalla diffusione dell’infezione da Covid-19, non rientravano nella platea dei beneficiari dell’indennizzo economico (600 euro una tantum) rivolti ai soli iscritti alle gestioni autonomi INPS”. Ma, evidentemente, ciò avrebbe tagliato fuori una platea di lavoratori che, altrimenti, si sarebbero ritrovati senza misure: “Il provvedimento messo a punto dai ministri Cataldo e Gualtieri prevede l’erogazione di una somma una tantum esentasse, per il mese di marzo 2020, di importo pari a 600 euro, per gli iscritti presso gli enti e casse previdenziali dei professionisti che si trovino in difficoltà economica per effetto della riduzione dell’attività conseguente allo stato di emergenza in atto e che, nell”anno 2018, abbiano conseguito un reddito complessivo non superiore a 35.000 euro ovvero che abbiano conseguito un reddito compreso tra 35.000 euro e 50.000 euro, a condizione che questi ultimi abbiano subito, nei primi tre mesi del 2020, una riduzione di almeno il 33% dei compensi rispetto a quelli del primo trimestre 2019”. Una misura della quale potranno approfittare anche gli iscritti Inpgi presentando domanda dal primo aprile.